Ricciardo avverte Vettel: “Aston Martin come un territorio straniero”

Vettel-Aston Martin: chi ci guadagna?

Credits: Scuderia Ferrari Press Area

Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma gli indizi propendono per un Sebastian Vettel in direzione Aston Martin in vista del 2021 (ne avevamo parlato qui)

La mossa del tedesco scatenerebbe un effetto domino, per il quale Sergio Perez lascerà l’attuale Racing Point per accasarsi presso l’Alfa Romeo, che non vede l’ora di fregiarsi di un pilota relativamente giovane e di grande esperienza. A fargli posto sarebbe Kimi Raikkonen, colui che dunque avrebbe la peggio in questo gioco delle sedie, dal momento che al di fuori di Hinwil per il finlandese non ci sono volanti disponibili. Il mosaico per portare il 4 volte iridato verso l’Aston Martin pare si stia per completare: sul contratto di Perez c’è infatti una clausola che svincolerebbe il messicano dalla sua attuale squadra, dietro una grossa somma di denaro.

Vettel alla Aston Martin, dunque. Sulla carta sembra un’involuzione, o comunque un salto nel buio, verso un team cliente fortemente condizionato dal legame con una casa madre (la Mercedes, nella fattispecie). Di certo, è uno scenario ben diverso da quello della Ferrari, dove ogni anno l’obiettivo è puntare al titolo. Chi ritiene di avere dei consigli da dispensare a Seb è uno dei suoi ex compagni di squadra, Daniel Ricciardo, che nel passaggio dalla Red Bull alla Renault ha dovuto subire un brusco ridimensionamento delle sue ambizioni.

RICCIARDO ‘CONSIGLIA’ SEB

“La carriera di Seb è sempre stata all’insegna di auto competitive – ha asserito l’australiano della Renault a Motorsport.comperché è sempre riuscito a raggiungere il podio in ogni campionato. Passare dalla Ferrari all’Aston Martin è un salto nel vuoto, è come entrare in territorio straniero. Ti ritrovi all’improvviso a centro gruppo: una situazione a cui Vettel non è abituato”.

Per Ricciardo, Seb dovrà accettare i classici anni di gavetta prima di sperare di essere competitivo con la nuova squadra: “Non vai in un team già pronto per giocarsi vittorie e titoli. Qui c’è un progetto a lungo termine. Significa che il problema non è tanto quello di correre per un anno ancora, ma di avere la forza per stare ad alti livelli per almeno le prossime due o tre stagioni. Tanto sarà, presumibilmente, il tempo necessario per vedere i frutti del lavoro”