Red Bull, una sferzata d’aria fresca
In Austria la Red Bull ha fatto la storia dell’era Turbo-Hybrid ponendosi decisamente davanti alla Mercedes, la prima a riuscirci in otto anni
La Red Bull nella sua prima gara di casa – GP di Stiria – si è mostrata forte e convincente come non mai. Al Red Bull Ring Max Verstappen è stato dominatore assoluto vincendo la gara con un margine abissale. E pure il buon Sergio Perez, nonostante il distacco dal cannibale olandese, ha performato alla grande mancando il podio per un pit stop un po’ troppo lungo. All’inizio quelli di Milton Keynes erano partiti da favoriti, è vero. Ma l’esperienza ci ha insegnato che non bisogna mai sottovalutare la Mercedes (2018 docet), tant’è che poi ci è voluto poco per pensare a “ecco, la solita storia“.
Poi Monte Carlo, Baku, Paul Ricard e Spielberg ci hanno regalato una nuova versione. Il team austriaco, gara dopo gara, è parso sempre più quadrato e focalizzato. Mentre la Mercedes sembra non sapere più che pesci pigliare. Con Toto Wolff che prima scatena la polemica sull’ala anteriore flessibile (dando il via a nuove direttive tecniche FIA sul tema) e poi, proprio domenica, quella su un eventuale illegale sviluppo del motore da parte di Honda (ricordando che c’è il divieto di modificare la power unit se non per questioni di affidabilità).
UNA NUOVA CANDIDATATA
Dall’inizio dell’era Turbo-Hybrid a Brackley mai avevano vissuto questa sensazione. Mai si era pensato: “Questi qui ci fregano”. Ora invece Red Bull per Mercedes è diventata un’avversaria tosta, capace di metterli in crisi e di indurli all’errore (grazie anche al fatto che ora giocano con due punte). Una cosa che abbiamo visto chiaramente in Francia. Ma tornando alla Stiria c’è una cosa che impressiona: la facilità (anche se nulla è mai facile) della RB16B di prendere il largo.
Non considerando l’ulteriore sosta di Hamilton, per montare mescola nuova e accaparrarsi il punticino del giro veloce, al sessantanovesimo giro erano quasi venti i secondi tra l’inglese e il rivale. Un distacco che Mercedes non si era mai presa da quando, nel 2014, era diventata padrona (quasi) incontrastata della Formula 1 conquistando quattordici titoli tra costruttori e piloti. “E’ stata la prima volta in otto anni che ci è mancato davvero il passo“. Una constatazione quella pronunciata del suo TP che era chiara, ma che fa ugualmente un certo effetto perché enfatizza quanto evidenziato negli ultimi GP – la superiorità della Red Bull.
GP AUSTRIA, UN’OCCASIONE PER RIPARARE
La doppia gara in Austria, in tal senso, potrà fornire nuovi spunti. Andrew Shovlin & Co. potranno cercare di recuperare sul lavoro eccezionale compiuto dalla squadra di Christian Horner e dalla loro stella Verstappen lo scorso weekend. O almeno potranno cercare di accorciare quel gap di venti secondi. Questo uno dei motivi che ci spinge a guardare con attenzione la prossima al Ring. Non solo per l’interesse del fine settimane in sé, ma pure per il prossimo futuro. Vedere come le frecce d’argento reagiranno ci dirà molto.
Con James Allison che ha già annunciato degli sviluppi sulla W12 per renderla maggiormente competitiva, nonostante il tormentone “obiettivo: 2022” dichiarato da Toto Wolff. Il 2021 doveva essere un anno in sordina, dove si sarebbe dovuto dire “vada come vada, noi guardiamo al 90% già al cambio regolamentare“. Ma c’è una squadra – Mercedes – che non può lasciare andare via facilmente un mondiale, soprattutto per via della grossa incognita che li/ci attende. E ce n’è un’altra – Red Bull – che si ritrova tra le mani finalmente un’opportunità vera (cosa che mancava dal 2013).