Red Bull e l’AI: la rivoluzione tecnologica in Formula 1

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© Red Bull Press Area

Red Bull sta lavorando sull’AI con l’approvazione di Adrian Newey. I dati raccolti, con il sostegno di Oracle, saranno applicati per la progettazione delle vetture del futuro

L’ormai consolidato strapotere Red Bull in pista è il riflesso di ricerche, studi e sperimentazioni nella sede di Milton Keynes. Dal 2021, il team gestito da Christian Horner, ha deciso di investire nello sviluppo tecnologico per guadagnare un vantaggio competitivo in futuro. La collaborazione con Oracle per lo sviluppo dell’AI e lo studio dei dati, sono le basi per portare al livello successivo i computer in Formula 1.

AI, acronimo inglese di intelligenza artificiale, e ML, machine learning. Due aspetti informatici sui quali i team di Formula 1 stanno cercando di lavorare per provare a migliorare le proprie prestazioni in pista. Ogni settimana, infatti, vengono raccolti sul campo teraflop di dati da analizzare e studiare. Numeri che vanno interpretati per capire come utilizzarli a proprio vantaggio. La necessità di diventare più efficienti nella gestione dei dati è cresciuta enormemente man mano che il limite di costi delle scuderie si abbassa.

I primi passi di Red Bull sullo sviluppo dell’AI

Proprio nel tentativo di promuovere l’uso di AI e ML in Formula 1 nasce la collaborazione tra Oracle, colosso tecnologico americano, e la stessa Red Bull nel 2021. AI e ML sono grandi categorie che stanno emergendo. Entrambe le aree, con la quantità di dati che generiamo e il modo in cui simuliamo, giocheranno un ruolo chiave nel nostro processo decisionale poiché il tempo in pista diventa sempre meno”, così parlò allora Christian Horner in merito allo sviluppo tecnologico del suo team.

“I dati e il modo in cui operiamo, sono la nostra linfa vitale, affermò sempre Horner: “Ne generiamo un’enormità. Essi hanno un impatto su tutto ciò che facciamo: il modo in cui corriamo una gara, il modo in cui sviluppiamo un’auto, il modo in cui analizziamo i piloti e la selezione dei piloti.” Ovviamente Horner non ha mai spiegato gli aspetti tecnologici sotto i quali Red Bull sta tuttora lavorando per acquisire un vantaggio rispetto agli altri team.

Sicuramente l’IA può aiutare con la comprensione e la pianificazione della strategia di gara, ma i computer potrebbero anche offrire indicazioni sulla scelta della configurazione per un fine settimana di gara e aiutare a guidare i progettisti nello sviluppo. Horner aggiunse: “Prendere la decisione migliore possibile per sviluppare la tua auto in modo efficiente in termini di costi, quindi prestazioni convenienti, è assolutamente cruciale per noi mentre diminuiscono i giorni di test”.

L’AI e la fan-base

L’AI viene utilizzata anche nel marketing e nell’aiutare il team ad avvicinarsi ai fan. Piuttosto che cercare di attivare campagne e intasare le piattaforme social, conviene dare ai fan quello che vogliono quando lo vogliono. Per esempio, l’intelligenza artificiale è in grado di capire quando è il momento migliore per proporre un contenuto a un tifoso. Come spiegò il Chief marketing officer di Red Bull, Oliver Hughes: “Utilizzando l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale, possiamo capire molto meglio la nostra fan-base.

Red Bull lavora all’AI nel dipartimento di progettazione

Sebbene i modelli e le simulazioni basati sull’intelligenza artificiale siano stati utilizzati per anni per addestrare i piloti, consentendo loro di imparare le piste e sviluppare le loro abilità, ora si sta spostando anche nei dipartimenti di progettazione. “Tutto è sempre stato incentrato sull’aggiunta di prestazioni. È un campo che viene studiato e ha i suoi usi, credo”, ha affermato Craig Skinner, capo designer del team austriaco, al podcast Talking Bulls quando gli è stato chiesto dell’IA.

“Con l’intelligenza artificiale devi insegnargli ciò che sta cercando”, ha aggiunto. “Quindi prima di tutto vi è alla base la comprensione di ciò che stai effettivamente cercando. Cos’è che rende un’auto da corsa veloce? Cosa vuoi dall’aerodinamica? Cosa vuoi avere nella dinamica del veicolo? Quindi sì, la usiamo e lo stiamo indagando. Ma alla fine, tutto si riduce a quanto capisci il problema in primo luogo”. E gran parte della comprensione del problema da parte della Red Bull, specialmente con le auto aerodinamiche a effetto suolo di oggi, proviene dal loro guru del design Adrian Newey.

Alice Lomolino