Prost sul ritorno di Alonso: “Tutti hanno bisogno di tempo”

Alonso ha sottovalutato la sfida di tornare in Formula 1

Credits: Alpine Press Area

A pochi giorni dal GP di Francia Alain Prost si è focalizzato sul momento della sua Alpine, che al momento è solo settima nella classifica costruttori

Nei due giri conclusivi di Baku, alla ripartenza dopo la bandiera rossa, Fernando Alonso ha toccato il punto più alto da quando è tornato in Formula 1, rimontando in pochi istanti dalla decima alla sesta posizione. L’asturiano sta prendendo sempre più confidenza con la sua Alpine e anche Alain Prost, consulente della scuderia francese, si è detto fiducioso sui suoi progressi.

Il francese, intervenuto all’interno del podcast F1 Nation, ha provato a fare il punto della situazione. “Non sono sorpreso delle prestazioni di Fernando. Tutti hanno bisogno di tempo. Il simulatore è utile, ma è dentro l’auto che hai bisogno di sentire le giuste sensazioni. Non dimenticate che ha avuto anche l’incidente in bicicletta che gli ha compromesso la preparazione invernale. Sta migliorando gara dopo gara e sono certo che presto raggiungerà il top”, ha commentato il fuoriclasse transalpino.

DIFFICILE ADATTARSI AI CAMBIAMENTI

Il 2021 fin qui ha dimostrato quanto sia difficile per un pilota che arriva da un’altra squadra o che ha fatto ritorno dopo un anno sabbatico riuscire ad adattarsi in fretta ai cambiamenti. Da Vettel a Perez, da Sainz a Ricciardo, fino ad arrivare allo stesso Alonso. Per metabolizzare un cambio così radicale di abitudini e meccanismi serve più di qualche gara. E secondo Prost le cose non sono poi così diverse rispetto ai suoi tempi.

Nel 1993 Alain tornava nel Circus dopo un anno sabbatico dovuto al suo addio burrascoso con la Ferrari e si accordò con la Williams, la miglior scuderia in circolazione. Eppure, nonostante il francese finì col dominare quel campionato, la sua testimonianza ci fa capire la fatica fatta dal Professore durante i primi test col nuovo team, disputati all’Estoril negli ultimi mesi del 1992.

“Quando sono tornato in Portogallo, mi sono chiesto il perchè. Fisicamente e mentalmente è stato uno shock. Ero davvero in forma, mi ero preparato bene, eppure mi sentivo completamente perso. Questo sta a dimostrare che tutto quello che fai fuori dalla vettura è importante, ma fino ad un certo punto. Tutti i muscoli che alleni non ti danno il feeling corretto sulla visione, la fisiologia e i riflessi che devi avere alla guida di una Formula 1. Ed era così anche 30 anni fa”.