Norris e la salute mentale, cosa passa nella testa del pilota?

Norris

Credits: Twitter McLaren

Oltre alla battaglia contro il razzismo e alla lotta per l’ambiente, un altro tema a cuore ai piloti è quello della salute mentale

Siamo ormai abituati a seguire i piloti di Formula 1 anche nelle battaglie esterne al Circus, che diventa uno strumento di comunicazione potentissimo per dar seguito a diverse cause. La più estesa finora è stata la lotta al razzismo portata avanti da Lewis Hamilton, a cui si è unita quella per la sopravvivenza dell’ambiente sostenuta da Sebastian Vettel. Tuttavia c’è un argomento ancora più inserito nel mondo della Formula 1, di cui si è fatto esponente Lando Norris: quello della salute mentale.

Il pilota della McLaren si era già espresso a riguardo negli anni scorsi, facendo trasparire il lato umano di un pilota di Formula 1. Del resto, siamo tutti abituati a vederli sfrecciare a 300 km/h, incuranti del pericolo e pronti a dare battaglia a chiunque ostacoli la loro corsa al podio. Ma ci siamo mai chiesti davvero cosa può passare nella testa di un driver che si trova ad affrontare un mondo sempre sotto i riflettori come quello del Circus?

L’ESPERIENZA DI LANDO NORRIS

Arrivato giovanissimo in Formula 1, Norris ha ammesso di aver faticato a entrare mentalmente nell’ambiente. Nonostante avesse coronato uno dei suoi più grandi sogni, la natura imprevedibile del Circus lo ha messo a dura prova, portandolo a sentirsi addirittura depresso dopo aver vissuto sulla sua pelle alcune dinamiche del paddock.

[…] Arrivando in Formula 1 a 19 anni, ci sono molti occhi puntati su di te. Affrontare questo tipo di situazioni ha avuto un certo impatto su di me. Mi ha fatto pensare “non so cosa succedere, ma se non scendo in pista alla prossima sessione e non ottengo quello che dovrei, cosa succederà? Quale sarà il risultato? Sarò ancora in Formula 1 il prossimo anno? Se non fosse così, cosa farò? Perché non sono molto bravo in altre cose”. Insomma mi chiedevo tutto questo e continuavo a sentirmi depresso per la maggior parte del tempo“.

Nonostante il pilota della McLaren sia riuscito a combattere le difficoltà centrate sulla sua salute mentale, alcuni stralci continuano a protrarsi anche attualmente. “Se ho un brutto weekend, se penso di non essere abbastanza bravo o cose simili…Quando iniziano a tirare le somme della stagione e sui social iniziano ad arrivare certi commenti, può fare davvero male“, ha continuato Norris. Del resto, lo stesso britannico aveva dichiarato di sentirsi devastato dopo quanto accaduto durante il GP di Russia, episodio che lo ha sicuramente colpito, tanto da fargli sostenere quasi in lacrime le interviste del post gara.

L’IMPEGNO DELLA MCLAREN COME SUPPORTO AI TEMI DELLA SALUTE MENTALE

Dal punto di vista del team, che ha sicuramente fatto molto per aiutare Norris nel superare queste difficoltà, la McLaren si è offerta di fare da supporto a una sorta di raccolta fondi messa in piedi dai due piloti della scuderia. Insieme a Daniel Ricciardo, Norris ha creato delle t-shirt. Queste sono state messe in vendita questa settimana, con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’organizzazione per la salute mentale Mind. Il team di Woking ha già raccolto 285.000 sterline che verranno tutte devolute in beneficienza proprio all’associazione benefica.

Durante la trasmissione “This morning”, Norris ha sottolineato l’impegno della squadra, evidenziando come uno dei suoi obiettivi sia proprio quello di aiutare gli altri ad affrontare quello che lui stesso si è trovato a vivere. “Immagino che le persone, quando guardano la TV, non si rendano conto di quante cose può passare il pilota“, ha dichiarato. “Oggi ci sono programmi in cui puoi conoscere il pilota dietro le quinte e scoprire la quantità di pressione e stress che deve affrontare“.

Negli ultimi tre anni ho realizzato quanto posso influenzare e avere un impatto sulle altre persone. L’unica cosa che mi rende felice è vedere che gli altri sorridono e sono felici. Più posso farlo, più posso aiutarli. E i messaggi che ricevo sui social mi fanno sorridere. Mi rendo conto che più riesco ad aiutare, più sono felice e meglio è“, ha concluso poi il pilota della McLaren.