Sono trascorsi sette Gran Premi dal primo appuntamento della stagione, a Melbourne, in Australia, e per il mondo della Formula 1 giunge finalmente il momento di tirare un primo bilancio dei dati auditel sul piano globale. Che gli ascolti siano in calo in Italia, è un dato appurato, un qualcosa che tocchiamo con mano ogni volta che andiamo a vedere i dati del post-gp. Se la non competitività della Ferrari di certo non aiuta a tenere i tifosi attaccati al televisore, su questa situazione ha inciso, e non poco, che metà campionato è in esclusiva su Sky Sport F1 Hd. La Formula 1 è in calo: di oltre il 30 per cento gli ascolti a livello globale, il calo delle vendite merchandising dal 30 al 50 per cento, le tribune mezze vuote.
Se per quanto riguarda l’Europa, le perdite sono abbastanza contenute con la Spagna che registra un calo del 15% e la Germania che si ferma ad appena il 3% rispetto al 2013, quando già gli ascolti erano scesi del 10% nonostante i trionfi a ripetizione di Vettel, i dati più preoccupanti arrivano dall’America latina con un calo stimato addirittura al 50%. Il pubblico globale è sceso dai 515 milioni nel 2012 ai 500 nel 2013 e il numero scenderà ancora nel 2014. Gare combattute come quella del Canada, hanno dimostrato che la colpa di questa diminuzione di pubblico non può essere data solo ed esclusivamente al format del weekend di GP o alle prestazioni in pista di un pilota o di un team. La colpa è dello stesso Ecclestone, ossia di chi principalmente gestisce la parte più commerciale del Circus, quella dei diritti televisivi. La Formula 1, nazione dopo nazione, sta passando sulle pay-tv, le uniche che, offrendo per l’appunto un servizio a pagamento, possono competere con le pretese economiche di Mister E, un’arma a doppio taglio.
In Cina è saltata la copertura della CCTV, in Francia è arrivata la Pay-TV a fare da padrona, in Spagna il debutto della Formula 1 sulla piattaforma a pagamento avverrà tra il 2015 e il 2016, in Italia e Gran Bretagna, il servizio pubblico si divide con la Pay-TV le gare del campionato. C’è chi non ci sta a dover pagare per vedere in televisione la Formula 1, c’è chi non può permettersela perché impegnato a fare i conti per arrivare alla fine del mese. E il limitato bacino di utenza delle reti a pagamento, e quindi la lontananza dall’individuo medio, rende il Circus poco attrattivo per gli sponsor. E pensare che la stessa situazione è vissuta, esattamente alla pari, anche negli ambienti del Motomondiale. E questo, più di ogni altra cosa, dovrebbe far ragionare e molto, chi di dovere…

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