La Ferrari si prepara al Gran Premio di Spagna
Il campionato di Formula 1 ritorna in Europa dopo le prime quattro gare disputate fuori dal vecchio continente. Barcellona è un circuito che le squadre conoscono bene, visto che a Montmelò si sono svolte due sessioni di test invernali. Ma per la Ferrari, la Spagna rappresenta anche un luogo dove affermare il proprio brand, facendo divertire grandi e piccini con un parco a tema dedicato al Cavallino Rampante.
Con la posa di un mattone proveniente dalla casa di Enzo Ferrari, è partita la realizzazione del progetto FerrariLand, che vedrà sorgere un’area dedicata all’interno del resort situato sulla Costa Dorada, a circa un’ora da Barcellona.
A presiedere alla cerimonia insieme al Presidente del Governo della Catalogna Artur Mas e al Presidente di PortAventura Resort Arturo Mas-Sardà, il Team Principal della Scuderia Ferrari Maurizio Arrivabene e Sebastian Vettel, che dopo essere giunto al volante di una California T è stato autore della vera e propria messa in opera della pietra.
Si passa poi dal divertimento alla prima intervista Iñaki Rueda, responsabile delle strategie di Scuderia Ferrari, che ha spiegato quali saranno le sfide più rilevanti che offre questo tracciato:
“Montmelò è una pista tradizionalmente molto dura per l’usura e il degrado degli pneumatici: non a caso, negli ultimi anni, abbiamo visto aumentare di parecchio il numero dei pit stop. Bisogna considerare, però, che la necessità di effettuare più soste offre anche una buona opportunità di guadagnare posizioni: su un circuito in cui è difficile sorpassare, bisogna saper ‘giocare’ con i cambi gomme anche per poter sopravanzare gli avversari.
Sappiamo bene che nella prima gara europea tutte le squadre schiereranno vetture con molti sviluppi, praticamente nuove rispetto a quelle che abbiamo visto in Bahrain: per quanto ci riguarda, speriamo che i nostri aggiornamenti ci permettano di avvicinarci ulteriormente alla Mercedes“.
“E’ stato bello ottenere un buon risultato in Bahrain, ma da allora l’approccio non è cambiato, continuiamo a lavorare cercando sempre di migliorare. Ed è anche bello tornare in Europa. Qui abbiamo portato alcuni aggiornamenti, ma non sappiamo cosa stanno facendo gli altri e quindi dobbiamo aspettare e vedere cosa succederà nelle prossime gare. Nel complesso il pacchetto quest’anno è abbastanza buono e tutti stiamo lavorando molto bene insieme.
Il team offre a me e a Sebastian le stesse possibilità e noi ovviamente lottiamo l’altro contro l’altro per il titolo, ma in modo corretto, nell’interesse della squadra. E’ chiaro che vogliamo anche vincere il titolo Costruttori e per questo motivo avere due vetture sempre in zona punti è fondamentale. Rispetto alla Mercedes ci sono stati miglioramenti, ma sappiamo di essere ancora indietro e di avere ancora molto lavoro davanti.”
“Ho dei ricordi molto positivi della pista di Barcellona, sia perché ho avuto dei buoni risultati su questa pista in ogni categoria in cui ho corso, sia perché solitamente la gara si svolge in un periodo dell’anno che anticipa l’estate. E’ un circuito storico, che conosciamo bene perché si svolgono lì i test invernali e che usiamo tanto anche al simulatore proprio perché abbiamo molti dati da confrontare, ma questo non toglie che sia una gara difficile, soprattutto per la gestione degli pneumatici: i primi due settori presentano, infatti, curve da affrontare a velocità medio alta e questo può produrre un elevato riscaldamento delle gomme. Quando si arriva al terzo settore, però, si devono affrontare curve a bassa velocità e l’aderenza all’asfalto è un aspetto fondamentale impostare le giusta traiettoria.
Il rischio che si corre è che, se gli pneumatici si sono riscaldati troppo, il livello di aderenza scenda drasticamente. Questa circostanza si può verificare anche in qualifica, quindi la strategia gioca un ruolo fondamentale anche al sabato“.
“Penso che qui occorra aspettare domenica per vedere cosa accadrà. Storicamente Barcellona è sempre stata la pista dove portare aggiornamenti, a volte più grandi, a volte più piccoli, e noi stiamo facendo come tutte le altre squadre, portando novità che possano permetterci di raggiungere chi è davanti a noi. Ogni volta che questo accade bisogna aspettare per capire se funzionano in pista e questo dipende anche da quanto è grande il passo fatto dalle altre squadre.
Rispetto al distacco registrato qui durante i test invernali, tre mesi fa, siamo migliorati molto, ma il gap resta. Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è di essere più veloci in ogni condizione: è vero che conosciamo molto bene questa pista, ma è anche vero che ora le condizioni sono molto diverse rispetto a febbraio, con 15-20 C° non c’è molto da spiegare.“