Kimi Raikkonen verso Shanghai: «Sappiamo cosa dobbiamo fare»

La stagione di Formula 1 è iniziata a un ritmo frenetico fin dalla prima gara di campionato a Melbourne, con non meno di tre Gran Premi disputati nello spazio di poco più di tre settimane. La quantità di informazioni raccolte e rese disponibili per gli ingegneri della Ferrari è cresciuta continuamente fin dalla prima gara dell’anno. I dati sono stati analizzati e sfruttati per organizzare un intenso programma di simulazioni a Maranello. Tuttavia, nonostante i progressi che sono stati fatti nella tecnologia dei software di simulazione, non esiste programma che sia affidabile come la pista per valutare lo sviluppo e per questo Fernando Alonso e Kimi Raikkonen attendono con impazienza di tornare in pista allo Shanghai International Circuit per la quarta gara di campionato.

Quest’anno è difficile fare pronostici, almeno per quanto riguarda i primi rivali degli attuali dominatori della stagione. La Ferrari si avvicinerà al weekend di Shanghai con l’approccio usuale nella speranza che le informazioni acquisite sulla F14 T la rendano più competitiva. Con la sua tradizionale schiettezza Kimi Raikkonen riassume perfettamente lo stato delle cose all’interno del team di Maranello: «Sappiamo cosa dobbiamo fare, la nostra squadra sta dando il cento per cento ma ci vuole un po’ di tempo».

L’impazienza è motivata dal fatto che il Gran Premio del Bahrain si è dimostrato fin qui la gara più difficile per il team italiano. Non si è trattato però di una sorpresa, dal momento che il tracciato ricavato ai margini del deserto si sapeva che avrebbe messo in evidenza i punti deboli della F14 T e ne avrebbe tenuto nascoste le qualità positive: «Da dopo la gara in Bahrain siamo stati molto impegnati dal momento che abbiamo dovuto esaminare le prestazioni di ogni area della monoposto, dalla power unit alla configurazione delle sospensioni fino all’aerodinamica – ha commentato il Direttore dell’Ingegneria Pat Fry – Stiamo ovviamente lavorando più duramente che possiamo per cercare di recuperare il distacco dai top team, anche se la Mercedes ha un vantaggio concreto rispetto a tutti gli avversari». Ha continuato: «Al momento la nostra priorità è cercare di diventare la seconda miglior squadra del mondiale. Stiamo lavorando in ogni area della vettura e tentiamo di fare il recupero più grande possibile ad ogni gara».

Per quanto riguarda i 56 giri dei 5.451 metri dello Shanghai International Circuit, Fry li vede come la tipica sfida offerta dalle piste moderne: «Quello di Cina è un tracciato interessante, con una buona varietà di tipologie di curva. Nella prima parte del giro abbiamo curve lunghe da bassa velocità, poi, nella parte centrale, c’è un misto di curvoni veloci più un rettilineo lungo quasi 1,3 chilometri in cui serve una macchina assettata per avere una buona velocità di punta. Normalmente, nonostante quel rettilineo, a Shanghai si gira con un carico aerodinamico piuttosto alto, anche se, rappresentando quello il punto migliore per superare, sono sicuro che tutti sceglieranno un compromesso per non perdere tempo nelle curve ma essere in grado di difendersi ed attaccare». In Cina però, a partire da quel rettilineo lungo, ci sono altre sfide per la vettura che vanno oltre alle prestazioni delle relativamente nuove power unit. Se i freni avranno vita più facile rispetto alle gare precedenti, le gomme, specialmente le posteriori, saranno invece sottoposte a un forte stress a causa dell’azione del carico aerodinamico in curva e dovranno quindi essere gestite con grande attenzione.