Giedo van der Garde in Sauber overalls during practice at Albert Park

Credits: skysports.com

Gente che spera. Con il titolo di questa canzone dei famosissimi ”articolo 31”, voglio chiamare quella categoria di piloti che attende che arrivi il loro momento. Loro vivono all’ombra dei due piloti titolari, a volte li vedi relegati a qualche sessione di prova libera del venerdì, ai test di metà stagione o al semplice lavoro al simulatore. Loro sono i terzi piloti, chiamati anche ”collaudatori” o ”piloti di riserva” silenziosi, speranzosi e pazienti attendenti dell’occasione della vita, del salto di qualità.
Una categoria fatta anche di nomi già sentiti e di piloti già visti, come potrebbero essere Jean Eric Vergne e Kevin Magnussen, altri invece fanno gli interessi del team grazie agli sponsor. La loro è una vita difficile, fatta di difficoltà nell’emergere e a volte di contratti non del tutto rispettati.

Sfoghi, malconIMG_6623tenti e dissapori. Quello che dovrebbe essere un trampolino di lancio a volte si trasforma in una delusione. Kevin Magnussen ha dichiarato che il lavorare al simulatore è come ”guardare un porno”, altri invece hanno visto i loro contratti non rispettati e hanno scelto di procedere tramite vie legali, e questa è la storia che accomuna Giedo Van Der Garde e Charles Pic.Il primo, che si vedeva già seduto al volante della Sauber per la stagione 2015 ha visto le sue ambizioni venire soffiate via dall’accoppiata Nasr-Ericsson. Proprio ad Ericsson, Giedo provò a rubare il posto facendo pressione con gli avvocati per reclamare il posto previsto dal suo contratto e presentandosi al circuito con la tuta numero nove dello svedese ma dopo la protesta dei meccanici che abbandonarono il box con la vettura tutta smontata, l’olandese tornò sui suoi passi trattando una cifra di indennizzo insieme al team elvetico dichiarando ”di pensare al bene del team” e dando così il suo addio amaro alla Formula 1.

Sta succedendo nuovamente. In vista del GP di SPA, in casa Lotus, pure Charles Pic è insorto, lamentando una condizione non rispettata del suo contratto, cioè la partecipazione ad alcune sessioni di prove libere del venerdì, al quale invece ci eravamo abituati a vedere Jolyon Palmer. Il pilota francese, ex Marussia e Caterham, ha infatti fatto sequestrare i materiali del team di Enstone che ancora si trovano a SPA e per Romain Grosjean e Pastor Maldonado c’è il rischio di saltare la trasferta di Monza.

L’altra faccia della medaglia. Quello che sta accedendo all’interno del Team Lotus, non è solo una storia già più o meno rivista nei panni della Sauber, ma anche una tegola arrivata nel momento più importante per il team, visto il podio di Grosjean di domenica che mancava dal GP di Austin 2013, che da un momento di respiro tra le solite difficoltà economiche e il continuo trattare per la cessione del team alla Renault che sta invece a far la conta dei debiti da saldare.

C’è chi gli da ragione (giustamente)… Ed è qui che l’opinione si divide in due: tra quelli che pensano che i contratti siano fatti per essere onorati da ambo le parti e chi pensa che dovrebbero, i terzi piloti, starsene nel suo solo perché ritenuti di basso livello a causa del loro ”scarso livello”.

… E chi pensa a come dare spazio a loro. Le idee non sono infatti mancate da parte di chi vuole che si valorizzino i piloti di riserva, come la terza macchina, con tutte le sue varianti all’interno del regolamento. Questa idea è anche di difficile realizzazione se teniamo conto che alcuni team faticano già ad arrivare coi soldi a schierare le due auto previste e che il tracollo economico di Marussia e Caterham nella linea del tempo non è poi così lontano: infatti risale all’ultimo GP di Austin dove a rischiare di non correre si aggiunsero anche Force India, Sauber e Lotus. Bernie Ecclestone aveva pensato anche alla ”Formula 1 rosa” pensata ai piloti del gentil sesso, una trovata che lascia abbastanza il tempo che trova.

Tester o terzi incomodi? È con questa domanda con cui chiudo questa mia riflessione sulla categoria dei terzi piloti e visione di questi uomini e donne (se teniamo conto di Susie Wolff e Carmen Jordà) che di qui vogliono essere solo di passaggio e cimentarsi in un team di livello per competere e sognare il campionato.