Il ruolo cruciale delle FP1 nel GP del Belgio
I weekend Sprint aggiungono imprevedibilità, ma al GP del Belgio le squadre andranno in contro a una bella sfida
Il GP del Belgio rappresenterà un’interessante sfida per tutti i team di Formula 1. Sul circuito di Spa-Francorchamps si correrà la terza Sprint Race stagionale, prima volta sul tracciato belga dall’introduzione del format. Pista complessa quella di Spa, dove le sessioni di prove libere si sono sempre rivelate cruciali per l’andamento del weekend. Il tracciato mette particolarmente alla prova le monoposto in quanto a deportanza e resistenza aerodinamica, senza dimenticare l’altezza di marcia. Questo fine settimana, però, le squadre avranno a disposizione le sole FP1 per trovare una quadra circa tutti questi fattori.
L’assetto, infatti, verrà congelato prima dell’inizio delle qualifiche del venerdì e non sono ammesse modifiche. Mettere mano alla configurazione della vettura comporterebbe la partenza dalla pit lane in ambo Sprint e gara. Allo stesso tempo, un errore nel set-up potrebbe costare caro, costringendo i piloti a guidare una monoposto sbilanciata. Non bisogna poi dimenticare le strategie basate sulla possibile posizione di partenza. Per un team abituato a qualificarsi nelle retrovie potrebbe giovare una minore deportanza per avere velocità in rettilineo, altri potrebbero preferire un assetto carico per il secondo settore.
Corsa contro il tempo
Un ulteriore fattore di difficoltà è rappresentato dalle nuove componenti. È prassi comune portare in Belgio ali o condotti frenanti appositi per il tracciato, per adattarsi alla bassa resistenza aerodinamica richiesta dalle caratteristiche del circuito. C’è anche chi, a Spa, porterà ulteriori aggiornamenti, come Alpine con il nuovo fondo. Se a questo aggiungiamo i nuovi pneumatici Pirelli, introdotti appena due gare fa e di cui si hanno ancora pochi dati, una singola ora di prove sembra nulla.
Come se non bastasse, anche il meteo potrebbe mischiare le carte in tavola. Le previsioni meterologiche preannunciano pioggia il venerdì e il sabato mentre, al momento, la domenica sembra promettere sole. Tali condizioni renderanno ancora più complessa la scelta, con un circuito bagnato che spingerebbe verso la deportanza extra, che potrebbe non ripagare in gara.
“La preoccupazione più grande per noi è una FP1 bagnata, come spesso è accaduto negli anni”, ha dichiarato Tom McCullough, direttore della performance di Aston Martin, a riguardo. “Ovviamente quest’anno arriveremo a Spa prima del solito, prima della pausa estiva. Si dovrà fare molto affidamento sugli strumenti di simulazione. Stiamo ancora imparando il funzionamento degli pneumatici, ma qui si entra subito nel vivo di un weekend in cui ci si impegna a scegliere l’assetto a basso consumo, quello ad alto consumo e quello da bagnato in un’unica sessione su un circuito piuttosto particolare. Penso che siamo in discreta forma”.
Una prova difficile per Ricciardo
Sarà AlphaTauri ad affrontare la sfida più tosta nel GP del Belgio. Il team di Faenza, infatti, ha da poco dato il bentornato in Formula 1 a Daniel Ricciardo, che dunque ha corso una sola gara in questa stagione. L’australiano sta ancora imparando a conoscere l’AT04, come sottolinea anche Jonathan Eddolls, capo ingegnere di pista del team italiano. “Credo che tutti i weekend sprint siano più impegnativi, è lo stesso per tutti”, afferma. “Penso si debba porre maggiore enfasi sul lavoro pre-gara e sul simulatore. E se si dispone di un buon simulatore, si può partire alla grande”.
“Ovviamente per Daniel sarà una sfida maggiore. Sta ancora imparando a conoscere la macchina. Il livello di deportanza è molto diverso, la pista è molto diversa, le gomme sono più dure e le temperature più basse. Credo che – continua – all’inizio cercheremo di ottenere l’assetto più vicino possibile, poi gli daremo i giri e metteremo a punto il bilanciamento probabilmente con il bilanciamento aerodinamico durante le FP1″.
Oltre a ciò, Eddolls analizza come certe scelte vengano influenzate da quelle dei team rivali: “A volte il risultato ottimale delle simulazioni della vettura potrebbe essere diverso da quello di qualcun altro. E poi, quando ci si ritrova con un delta di velocità massima, a volte è necessario correre in modo leggermente diverso da quello che si ritiene essere il proprio optimum di gara, solo per stare al passo con gli altri“.
“Quindi, sicuramente l’ala posteriore sarà un fattore. Ne abbiamo di nuove, specifiche per quell’evento. Facciamo tutto il possibile in termini di lavoro di simulazione pre-gara, guardando all’anno scorso. Quest’anno cercheremo di trovare una soluzione ottimale che vada bene per noi, ma che ci metta in sintonia con gli altri. Se non dovessimo riuscirci, dovremo cambiare per le qualifiche, ma anche questo non è mai semplice” termina l’ingegnere di AlphaTauri.