hamilton e la formula noia

Credits: Mercedes press area

Solo e sempre Hamilton. In Belgio c’è stato spazio solo per il pilota inglese, il cui monologo ha messo in secondo piano la sua performance

In tanti hanno infatti gridato alla Formula Noia, con le prime quattro posizioni ben congelate, finendo per mettere in secondo piano la mostruosa prestazione del pilota di Stevenage. Che ha rifilato mezzo secondo in qualifica a Bottas, impartendogli una lezione anche in gara, dove solo i fantasmi di un Silverstone-bis lo hanno costretto ad ammorbidire la presa sul finale.

I mali nascono dalla prevedibilità della Formula Uno attuale, tanto fantasiosa nel pianificare il calendario 2020 – si correrà su scenari inimmaginabili qualche mese fa, come Imola, Istanbul e una versione originale del circuito del Bahrain, e qui va fatto un plauso a FIA e Liberty Media – quanto scontata su quello delle performance. Ed è qui che si annidano i mali. I sette anni di dominio Mercedes sembrano non essere mai esistiti, perché a guardare la classifica pare di essere tornati al 2014. I rivali sono sempre piantati nelle posizioni di rincalzo, le Frecce nere, un tempo argento, sempre saldamente al comando. Unica variabile – ma negativa -, una Ferrari in netta crisi. Per il resto, la Renault vivacchia sempre a centro gruppo, ed è troppo presto per cantare vittoria dopo il quarto posto di Ricciardo colto ieri, visto che la macchina della Losanga pure nel 2019 si esprimeva bene sui tracciati veloci. Stesso discorso per McLaren e compagnia, sempre in rincorsa per posizioni a ridosso della top 5.

RIVOLUZIONE DAI PIANI ALTI

“Non mi trovo nella prospettiva dei tifosi – riconosce Hamilton – ma sono stato tifoso anch’io a suo tempo. Quando ero piccolo, dominava Schumacher, e mi ricordo come lo si viveva. Ieri si poteva prevedere il finale, sia dopo la partenza che dopo il restart. Sanno tutti che non commetto errori, se non di rado, e che tutti gli altri piloti sono molto consistenti. Per cui si poteva immaginare come sarebbe finita…”.

Verstappen parla da diverso tempo di gare noiose, anche dalla sua prospettiva che lo vede troppo debole per confrontarsi con le Mercedes e troppo veloce per battagliare a centro gruppo. Così, l’olandese si trova spesso nella terra di nessuno. “Capisco Max – ammette il collega britannico – Qui è difficile sorpassare. Spero in una maggiore battaglia nelle prossime corse. I circuiti che verranno dovrebbero aiutare”.

“La mancanza di show non è colpa di noi piloti. Noi veniamo in circuito e sfruttiamo quanto ci viene messo a disposizione. Credo che, se proprio volete mettere pressione a qualcuno, dovete prendervela con chi sta ai piani alti. Mi riferisco a chi disegna le macchine e a chi stabilisce le regole. Conto sul 2022: con le nuove macchine dovremo vedere qualcosa di diverso, in particolare mi auguro che seguire un’altra vettura da vicino risulti più agevole per noi” ha concluso Hamilton.