GP Belgio 2020 pagelle

Credits: Renault F1 Team Twitter

Le pagelle del GP del Belgio 2020 riservano pochi colpi di scena e tante conferme, in positivo e in negativo

Si chiude il sipario dell’edizione 2020 del GP del Belgio e come dopo ogni weekend è il momento delle pagelle di F1world.it. Lontano dalla spettacolarità degli anni passati, l’appuntamento di Spa-Francorchamps segue quello che è ormai i copione unico della stagione. Il grosso delle sorprese arriva dal midfield, mentre nelle retrovie le conferme sono amarissime.

Gasly, 10. L’elezione a Driver of the Day è tutt’altro che immeritata per il talento francese. Parte con strategia diversificata rispetto al gruppone e l’avrebbe fatta franca se Antonio Giovinazzi non avesse deciso di ripetere la prestazione dello scorso anno. La safety car richiamata in pista dall’italiano rompe le uova nel paniere del talento AlphaTauri, che comunque decide di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare chiudendo ottavo davanti alle Racing Point. In un weekend emotivamente pesante il ventiquattrenne di Rouen onora così Anthoine Hubert, l’amico scomparso tragicamente lo scorso anno proprio in Belgio.

Ricciardo, 9. Che piacere rivedere Daniel lì davanti. Dopo un anno passato a sgomitare nelle retrovie la Renault sembra essersi finalmente ritrovata, anche grazie all’australiano. Un weekend solido il suo: qualifica superba, considerando il mezzo, ed una gara sotto i riflettori lo rendono il protagonista assoluto del GP del Belgio. Si avvicina anche a Max Verstappen, ma il conteggio dei giri è impietoso e la gara finisce. Poco male per l’Honey Badger, che può consolarsi con il giro veloce strappato dalle mani del leader del mondiale Hamilton. Fosse per lui, le monoposto starebbero ancora sfrecciando sul rettilineo del Kemmel. Grazie al compagno di squadra Esteban Ocon la scuderia francese guadagna 23 punti in un solo weekend, record storico per il team di Enstone.

Raikkonen, 8. L’aria belga sembra far bene all’Iceman che porta a casa una gara di tutto rispetto. Parte sedicesimo e arriva dodicesimo, riuscendo anche a togliersi lo sfizio di superare una prima inarrivabile Ferrari, arrivando davanti al duo Vettel-Leclerc. Come tutte le motorizzate Ferrari l’Alfa Romeo soffre, e mentre Giovinazzi commette errori che arrivati a questo punto non possono essere più perdonati, Raikkonen si carica sulle spalle l’intera squadra. Il suo è il piazzamento più alto di una scuderia con le Power Unit del Cavallino Rampante, cosa che non succedeva dal GP degli Stati Uniti 2018. I tempi, però, erano altri.

Leclerc, 7. La macchina non c’è, lui si. Aveva dato speranza ai Tifosi nei primi giri con una rimonta fantastica, ma un problema alla Power Unit lo fa scivolare nuovamente indietro, quasi a ricordargli che a volare come Icaro troppo vicini al Sole ci si bruci facilmente. L’ennesimo siparietto con il muretto è la ciliegina amara su una torta indigesta, ma la voglia di lottare del monegasco non sembra essere intaccata dalla situazione. Se venissero assegnati punti in base alla grinta di un pilota Charles potrebbe provare l’assalto alla vetta, peccato il sistema di punteggio si basi ancora sull’ordine d’arrivo. Se poi ci si ricorda che era lui l’anno scorso a salire sul gradino più alto del podio, beh…

Norris, 6. La sua è l’unica McLaren in gara e Lando si rimbocca da subito le maniche. Scatta dalla decima piazza e raggiunge settimo la bandiera a scacchi. Alla fine riesce ad avvicinarci al duo Ocon-Albon, ma è solo spettatore del bel duello che vede il francese superare l’anglo-thailandese. I punti guadagnati sono utili in ottica costruttori, anche perché la scuderia di Woking si ritrova improvvisamente orfana di Carlos Sainz Jr. a pochi minuti dalla partenza. In gara si comporta bene, ma dato che ci ha abituato a grandi cose nei finali, la prestazione di oggi sembra quasi sottotono.

Albon, 5,5. Il secondo figlio preferito di Helmut Marko sembra aver messo da parte le difficoltà d’inizio stagione e che piano piano stia riducendo il distacco da quell’extraterrestre di Max Verstappen. Messo ancora una volta in difficoltà dal muretto, perde la quinta posizione a favore di quel missile terra-aria che sembra essere la R.S.20. Si difende bene ma all’ultimo giro deve capitolare di fronte all’assalto a piena potenza di Ocon. Forse le voci di una possibile sostituzione gli hanno finalmente fatto ritrovare il carattere, ma siamo sempre lì, se l’altra macchina è sempre a podio, le chiacchiere stanno a zero.

Bottas, 4.  In lui tutti riponevano le speranze di una lotta al titolo, ma poco ci è voluto per far tornare tutti con i piedi per terra. Valtteri il suo lo fa, ma deve per forza di cose inchinarsi alla manifesta superiorità di Lewis, che sia psicologica o materiale poco importa. Stavolta sembra voler dare uno scossone alle cose, e quindi è lui a chiedere di poter lottare. Toto Wolff&Co. però glie lo impediscono in diretta mondiale e non sprecano occasione per ricordargli di portare a casa le gomme, rallentandolo anche prima del compagno di squadra. E’ nella macchina più forte ed è sempre sul podio, ma quanto ci vorrà perché decida di non volersi più far mettere i piedi in testa? Succederà? Staremo a vedere.

GLI ALTRI

Hamilton, 9. Verstappen, 8.5. Ocon, 7.5. Stroll, 6.5. Perez, 5,5. Kvyat, 6. Vettel, 6. Russell, 5,5. Latifi, 5,5. Giovinazzi, 4. Grosjean, 6,5. Magnussen, 5,5. Sainz Jr., S.V.