GP Australia, un finale da critiche a non finire
Di questo GP d’Australia se ne parlerà a lungo – i vertici della FIA e della Formula 1 diventano nuovamente protagonisti a discapito dell’azione in pista
Nella giornata di sabato le cose non sono filate lisce per tutti. Come per Perez, che è stato costretto ad affrontare una gara di rimonta proprio per via di una brutta qualifica. O come per entrambe Ferrari, che nel Q3 non sono riuscite a mettere tutto insieme – complici, nel caso di Leclerc, le informazioni provenienti dal muretto. Chi non ha sbagliato è stato Verstappen, né la Mercedes riuscita a piazzare i suoi due piloti in seconda e terza. La storia però del GP d’Australia è stata diversa, o almeno per alcuni.
Vi è innanzitutto da dire che per via della sostituzione di alcuni elementi in parc fermé sia Perez che Bottas hanno dovuto iniziare la propria corsa dalla pit lane. Il primo per il cambio di sospensioni, centralina e alcune variazioni sulla parte elettronica, il secondo per una modifica di set up legata alle sospensioni. Per il via la gomma favorita dalle squadre è stata principalmente la gialla, tranne che per Gasly, Ocon, Zhou e Bottas su rossa e De Vries, Sargeant e Perez su bianca.
PRONTI, PARTENZA…
Allo spegnimento dei semafori Russell è riuscito a superare Verstappen, sopravanzato dopo poco anche da Hamilton. In curva 3 un contatto con Stroll ha messo Leclerc in ghiaia, che da lì non è più uscito causando l’uscita della prima safety car. Poco prima invece Sainz aveva preso la posizione su Alonso. Durante la safety car in diversi ne hanno approfittato per smarcare la sosta e montare la dura.
Al terzo giro, quando la gara è ripresa, l’olandese non è riuscito subito a riprendersi la posizione, piuttosto è entrato in lotta con le due W14. Nel momento più concitato nella lotta fra i primi tre, il contatto di Albon contro le barriere ha imposto la seconda safety car. Occasione in cui sia il reduce ferrarista che il leader della gara si sono fermati ai box, anch’essi optando per la mescola più dura della gamma scelta da Pirelli per questo GP d’Australia. Tuttavia la decisione della direzione di gara di sventolare da lì a poco la bandiera rossa, ha poi penalizzato la scelta di questi due.
Come prevedibile infatti, chi ancora non si era fermato ha sfruttato l’interruzione per cambiare gli pneumatici. Per la ripartenza si è scelto di partire da fermo con Hamilton in prima posizione, Verstappen in seconda ed Alonso in terza, ma anche con Russell in settima, Sainz in undicesima e Perez in quattordicesima.
UNA NUOVA GARA
In tale circostanza i primi tre sono filati così, mentre dietro c’è stato un contatto fra l’AlphaTauri di De Vries e l’Alpine di Ocon. Russell e Sainz sono riusciti invece a guadagnare posizioni cercando la rimonta. Sfruttando il DRS il due volte campione del mondo è poi riuscito a superare il suo rivale inglese, senza poter nulla per difendersi contro la tanta velocità della Red Bull.
Con aria pulita davanti a sé, Verstappen ha potuto finalmente fare il suo ritmo, tanto che in un paio di giri il distacco fra lui e chi inseguiva ammontava già a quasi tre secondi e mezzo. Le difficoltà della Mercedes si sono mostrate tutte d’un colpo, con Hamilton insediato da Alonso, data una gestione gomma problematica, e con Russell ritirato per colpa di un motore andato in fiamme.
Dopo la breve virtual safety car, la gara sembra aver preso finalmente il via. Lato Perez in poco tempo è arrivato in zona punti, lato Sainz dopo un lungo confronto con Gasly è riuscito a scavalcarlo – entrambi grazie a dei bellissimi sorpassi. Dopodiché davanti la corsa si è per un po’ congelata (almeno nelle posizioni), mentre alle spalle c’è stata più vivacità.
Con il pilota di Hasselt a fare il vuoto, la lotta per il podio è stata a lungo a quatto – comprendente anche l’Alpine del francese, che dopo essere stato passato dallo spagnolo gli è sempre rimasto attaccato. A dieci giri dalla fine, il madrileno di non è più riuscito a tenere il passo degli altri due rimanendo più che altro nella terra nessuno, dato che anche Gasly non è poi più riuscito a rimanere vicino alla Ferrari.
DOMENICALI SHOW
Perez, Norris, Hulkenberg, Magnussen sono fra coloro che ci hanno regalato molta attività. O almeno finché il danese, causa rottura del cerchio della posteriore destra, ha dovuto parcheggiare bordo pista la sua Haas. Facendo così uscire la terza safety car di giornata. A scegliere di approfittarne sono stati Piastri e Bottas per montare una gomma rossa. Poi come accaduto in precedenza, per via dei detriti, la gara è stata nuovamente interrotta. Nonostante gli appena due giri mancanti, si è scelto di far ripartire ancora una volta. Ed ancora una volta da fermo.
E qui è successo il patatrac, con mille contatti e mille lunghi. Come quello fra Sainz e Alonso (che è costata al madrileno una penalità di cinque secondi e che lo ha fatto scivolare ultimo), fra le due Alpine, il lungo di Perez, e non solo. Nuova una bandiera rossa, e nuova ripartenza stavolta lanciata – che ha compreso le vetture dietro safety car fino alle ultime due curve, poi i piloti hanno avuto modo di chiudere “in libertà” il GP d’Australia.
GP AUSTRALIA, IL RISULTATO
1. Verstappen
2. Hamilton
3. Alonso
4. Stroll
5. Perez
6. Norris
7. Hulkenberg
8. Piastri
9. Zhou
10. Tsunoda
11. Bottas
12. Sainz
Gasly DNF
Ocon DNF
De Vries DNF
Sargeant DNF
Magnussen DNF
Russell DNF
Albon DNF
Leclerc DNF