Formula 1, Wolff: «Tre vetture per team se la Red Bull va via»

Credits: Red Bull Content Pool

La non più remota possibilità che la Red Bull possa decidere di chiudere anticipatamente la sua avventura in Formula 1, nonostante la firma del Patto della Concordia, sembra non impensierire troppo il boss della Mercedes, Toto Wolff. Il team di Brackley dopo aver quasi accettato di fornire alla Red Bull i propri motori per la stagione 2016 di Formula 1, nel giro di pochi giorni si è reso protagonista di un clamoroso dietrofront e lasciando, di fatti, la scuderia anglo-austriaca in braghe di tela.

Senza farsi evidenti problemi, Toto Wolff, ha lasciato intendere che, se Red Bull e Toro Rosso dovessero effettivamente lasciare la Formula 1, non ci troveremo poi davanti a uno scenario così apocalittico. Il grande capo della Mercedes ha suggerito che la Federazione Internazionale potrebbe effettuare un cambio delle regole per consentire alle squadre rimanenti, e non solamente ai top team come invece girava voce in precedenza, di allineare una terza vettura, sempre nel caso lo desiderino: «La terza macchina è una soluzione per riempire la griglia se una squadra lascia, è una discussione che abbiamo già affrontato una volta venuti a conoscenza dei problemi della Lotus. Mi sembra un’idea interessante».

Non bisogna travisare però le parole dell’austriaco. Wolff non sta provando a convincere un potenziale avversario a lasciare la Categoria, il contrario. Il manager non ha nascosto che avere diversi marchi in Formula 1 è un bene per lo sport e per il paddock tant’è che l’addio della Red Bull alla classe regina del Motorsport potrebbe rivelarsi dannoso per l’azienda austriaca: «La nostra priorità è che la Red Bull continui a correre in Formula 1. Non è una buona notizia, per nessuno, che un top team come quello di Mateschitz debba lasciare la Categoria – ha commentato il boss della Mercedes – Una persona prenderà la decisione migliore per la Red Bull e io non posso commentare per rispetto perché non so cosa deciderà Dietrich Mateschitz».