Formula 1 | Webber: “Vettel va in crisi quando le gare non vanno come vuole”

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© Red Bull Press Area

Tra i piloti di Formula 1 dell’ultimo decennio, Mark Webber è uno di quelli che ha conosciuto meglio Sebastian Vettel. Di fianco a lui in Red Bull dal 2009 al 2013 (per un totale di cinque stagioni), l’australiano ha dovuto “sopportare” l’ascesa del suo compagno di box, culminata con quattro titoli consecutivi, ma qualche volta si è tolto la soddisfazione di metterselo alle spalle. Nel 2010, all’ultimo GP di Abu Dhabi, c’era lui in classifica davanti a Vettel, prima del finale rocambolesco che consegnò il titolo nelle mani del tedesco. Anche nel 2012, fino a metà stagione, l’australiano tenne testa al giovane compagno, prima di subirlo inesorabilmente nell’ultima parte di stagione e per tutta quella successiva, che fu la sua ultima in Formula 1.

“Sebastian ha bisogno di certezze, ragiona preparando dei piani – ha commentato il campione del mondo WEC 2015 – Ma quando le cose non vanno come aveva pianificato, tende ad andare in crisi. Un esempio: ad Abu Dhabi, nel 2012, era entrata la Safety Car e, per il nervosismo, Seb andò a colpire il pannello con la scritta ‘DRS’. L’abbiamo visto anche in Azerbaijan lo scorso anno.

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“Direi che è incredibile la concentrazione che Sebastian riesce a mantenere. Ricordo le sue gare partendo dalla pole: un martello, non lo fermava nessuno. Ma quando succedeva un imprevisto…. Webber ha rievocato poi l’incidente del Fuji nel 2007: “Quella volta era un podio sicuro. Immaginatevi: una Red Bull e una Toro Rosso insieme sul podio. Fu un suo errore, anche se va sottolineato che Hamilton, in quel momento davanti a tutti, continuava a frenare all’improvviso… Finché sentii un grosso colpo da dietro. Sebastian era distrutto dopo quello sbaglio. Ricordo che fu una gara difficilissima, con la pioggia, i problemi di aquaplaning. Addirittura Alonso commise un errore, il che è davvero raro. Ma ormai la parte più difficile era la spalle, prima della collisione”.

Webber ha parlato poi dell’attitudine di Vettel in qualifica: “Odiava le incertezze, come non sapere se le gomme avrebbero garantito il massimo rendimento al primo o al secondo giro lanciato in qualifica. Voleva avere la situazione sotto controllo. Odiava certe situazioni di incertezza”.