Formula 1 | Tutti contro Sebastian Vettel: il tedesco è vittima di un processo mediatico

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Sembrano essere letteralmente passati anni dai sorrisi di Sebastian Vettel. Le tre vittorie ottenute dalla Ferrari nel 2015, i podi arrivati in veloce successione e le altisonanti aspettative per la stagione corrente. Ricordi di appena un anno anno fa che però, per l’abisso nel quale sembra essere caduta la Ferrari in questo 2016, sembrano essere distanti anni luce. Il secondo anno di Sebastian Vettel in quel di Maranello ha riportato sul viso del pilota tedesco quell’espressione cupa che, da quando è arrivato in Formula 1, ha tirato fuori solamente in occasione del duro 2014 quando in Red Bull si è trovato a fare i conti con un nulla compiacente Daniel Ricciardo.

A seguito dell’incidente al via del Gran Premio della Malesia, Sebastian Vettel è tornato a essere vittima di un processo mediatico. Come se il ritiro avvenuto appena 700 metri dopo lo start non fosse già abbastanza, a causa di quest’ennesimo zero in classifica collezionato il tedesco si è visto superare nel Mondiale Piloti dal suo compagno di squadra, Raikkonen, tallonato anche da Max Verstappen per appena sei punti di vantaggio: “È chiaro che la Ferrari ha bisogno di un pilota di successo. Più la Red Bull fa dei passi in avanti e più Vettel è irriconoscibile“, si è letto nei giorni scorsi sul Corriere della Sera. Forse chi ci è andato più pesante sono proprio i colleghi di La Repubblica: “Ora non ha granché da ridere Sebastian. È stata la Ferrari, che ha fatto inabissare il pilota più pagato nella storia del Cavallino, oppure è Vettel stesso che ha perso il suo talento e la velocità?“.

Il 2016 doveva rappresentare l’anno della riscossa per la Ferrari mentre quando mancano appena cinque gare al termine della stagione la Rossa è ancora alla ricerca della prima vittoria dell’anno. Questa serie di difficoltà, in un certo senso, sembra aver fatto spegnere Sebastian Vettel. Il talento del tedesco, che è diventato più incline all’errore, sembra essere stato schiacciato dalla Ferrari, tanté che la stampa italiana non ha lesinato critiche al pilota che appena un anno fa era stato accolto a Maranello come il nuovo Schumacher.

I piloti non sono il problema della Ferrari. Non lo è Sebastian Vettel e non lo era Alonso. Forse la questione riguarda il Cavallino Rampante in prima persona, un mito ingombrante capace di annullare il talento del pilota di turno, vittima del peso portentoso che è costretto a portarsi sulle spalle.