Formula 1 Formula 1 | Pirelli pronta a scommettere su nuovi record di pista nel 2018 15 Dicembre 2017 Samuele Fassino © Pirelli Press Area Il secondo anno dopo l’introduzione del nuovo regolamento sull’aerodinamica permetterà di vedere tempi sul giro ancor più veloci rispetto al 2017, quando già si sono registrati record di pista sulla maggior parte dei tracciati. Una tendenza dettata da vetture con un carico aerodinamico molto alto che andrà presumibilmente ad aumentare l’anno prossimo quando i tecnici delle varie squadre avranno un anno di esperienza sulle spalle. Oltre alla naturale evoluzione delle vetture un altro fattore da tenere in considerazione sono gli pneumatici che sono stati “ammorbiditi” rispetto alla gamma offerta quest’anno. Grazie alle simulazioni consegnate dai team a Pirelli, il costruttore milanese prevede che le vetture 2018 potranno essere fino due secondi al giro più veloci. Questo lascia presagire a lap time davvero straordinari, che renderebbero le monoposto 2018 le più veloci della storia. Mario Isola, racing director Pirelli, ha commentato questa possibilità, evidenziando come oltre al normale sviluppo durante l’inverno, si prospetta un’ulteriore miglioramento di un secondo al giro di incremento in-season. “All’inizio del prossimo anno le vetture dovrebbero essere più veloci di un secondo al giro. Durante l’anno si dovrebbe essere arrivare a 1,5’’, quindi entro la fine del prossimo anno dovrebbero essere più veloci di due secondi al giro”. Se le nuove mescole renderanno le vetture più veloci non bisogna dimenticarsi dell’Halo che, a detta di Mario Isola, farà perdere dai 3 ai 4 decimi al giro. “Se le gomme diventeranno più morbide, le vetture potrebbero essere sempre più veloci, ma dobbiamo ricordare che c’è il peso aggiuntivo dell’Halo, che costerà circa tre o quattro decimi, considerando anche le implicazioni aerodinamiche”. Tags: 2017, Mario Isola, Pirelli Continue Reading Previous Formula 1 | La ricetta di Isola per il 2018: due soste di media e strategie diversificateNext Aston Martin interessa non solo alla Red Bull