Formula 1 | Pirelli: i divari tra le diverse mescole rispecchiano i dati della vigilia

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© Ferrari Press Area

La prima sessione di prove invernali della stagione 2019 di Formula 1 è terminata. Nonostante martedì 26 febbraio le monoposto siano nuovamente protagoniste in pista per l’ultimo test prima del Gran Premio d’Australia, questi pochi giorni che separano un turno di test dall’altro sono utili per fare un’analisi dei dati raccolti a Barcellona. E questa prima sessione di prove è servita anche alla Pirelli per fare il punto sulle varie mescole e in particolare per andare a toccare con mano il rendimento cronometrico tra una mescola e l’altra.

A differenza di quanto visto negli ultimi anni, dove ogni compound aveva un nome specifico, per il 2019 la Pirelli ha deciso di modificarne l’etichettatura: attualmente il costruttore di pneumatici ha previsto cinque diverse mescole.
A partire dalla C1, la più dura della gamma ed equivalente alla vecchia hard, troviamo la C2, la vecchia medium, la C3, quella che veniva chiamata soft, la C4, la vecchia ultrasoft e, in ultimo, la C5, in assoluto la più morbida e prestazionale, ossia la vecchia hypersoft.

Proprio in occasione degli ultimi test, la Pirelli ha portato tutte e cinque le mescole mettendo a disposizione di ciascun team quaranta treni di gomme. Guardando i dati raccolti in questi giorni, è stato calcolato che la C1 è più lenta rispetto alla C2 di circa otto decimi, un secondo: “Queste temperature un po’ rigide non sono ottimali per una mescola dura, come ad esempio la C1 – ha spiegato Mario Isola – Se decidessimo di correre il Gran Premio di Spagna con la C1, credo che il delta sarebbe minore e a livello prestazionale sarebbe più vicina alla C2“.

Nonostante si sia fatta un po’ più di chiarezza, dopo appena quattro giorni di test è impossibile per la Pirelli accertare il degrado delle gomme sebbene le differenze prestazionali tra una mescola e l’altra appaiono piuttosto lineari: “Tra C2 e C3 c’è un gap di sette decimi mentre tra C3 e C4 e C4 e C5 la differenza è stimabile attorno ai sei decimi – ha proseguito – Non possiamo dimenticare che il tracciato di Barcellona non è molto lungo e avere un divario di circa sette decimi rispecchia l’obiettivo che ci eravamo prefissati attorno agli otto o nove decimi al giro. Indubbiamente la C5 non è la mescola adatta a questa tipologia di pista, quindi risulta abbastanza difficile riuscire a fare un giro veloce con questo compound. Rispetto a un anno fa la pista ha un asfalto più abrasivo“.

Dalla settimana prossima il lavoro delle diverse scuderie dovrebbe concentrarsi maggiormente nella ricerca della prestazione, situazione che aiuterà Pirelli a capire qualcosa di più a livello di consumo, magari sotto stress: “Da martedì potremmo forse conoscere tutte potenzialità della gamma P Zero 2019. I team in occasione di questa ultima sessione lavoreranno maggiormente sui long-run e proprio sul consumo della gomma“, ha concluso.

GAP TRA MESCOLE GAMMA P ZERO 2019
C1 –> C2 : 0.8/1.0 s
C2 –> C3 : 0.7 s
C3 –> C4 : 0.6 s
C4 –> C5 : 0.6 s