Formula 1 | Nico Rosberg: “Austin 2015 è stata la svolta: dopo quella gara dovevo reagire”
L’episodio del cappellino lanciato con aria seccata a Lewis Hamilton, appena laureatosi campione per la terza volta, era stato solo la punta dell’iceberg di un’escalation di errori e frustrazioni. Ad Austin 2015, Nico Rosberg aveva corso quella che lui considera la gara più brutta della sua vita: infilzato da Hamilton alla partenza, spinto oltre il cordolo alla prima curva, il tedesco si era faticosamente riguadagnato la leadership, prima di ripiombare dietro all’inglese per aver perso il controllo della sua Mercedes in accelerazione, in uscita dal rampino.
Fu il week end che sancì la fine delle speranze di Rosberg di laurearsi campione quell’anno, ma anche quello che ha inciso più profondamente sulla sua mentalità. Quel senso di sconfitta (netta e totale, a differenza dell’anno prima, dove almeno si era arrivati all’ultima gara col titolo in ballo) Rosberg non l’ha mai mandato giù. La sua forza è stata trasformare quella rabbia in energia positiva, che gli ha infuso nuove motivazioni per affrontare le ultime tre gare del 2015 (che Nico vinse a mani basse) e l’estenuante stagione 2016, fatta di 21 gare vissute col fiato sul collo.
Proprio in questi giorni, Nico è tornato su quel week end di fine ottobre 2015, nel piovoso pomeriggio di Austin: “Fu un’esperienza terribile perdere il titolo in quella maniera. Dopo quella gara, mi sono chiuso in me stesso per due giorni, rimuginando su quanto accaduto. Mi sono detto che dovevo cambiare: ora sono orgoglioso di avere reagito così dopo una delusione del genere”.
“Dopo Austin, ho vinto sette gare di fila, di cui le quattro inaugurali di quest’anno. Da allora ci sono state anche delle sconfitte, ma per tutta la stagione ho sempre lavorato al massimo, senza mai trascurare il minimo dettaglio. Non ho lasciato nulla al caso, ho sempre perseverato in impegno e determinazione, provando tutte le strade possibili per rendere al meglio”.
L’altro punto di svolta, per Nico Rosberg, è arrivato a Suzuka: “Lì ho vinto la gara e all’improvviso mi sono trovato con 33 punti di vantaggio. Ho capito subito che avrei potuto gestirli arrivando secondo fino a fine campionato, ma proprio in quel momento la tensione è cominciata a salire. Si stava concretizzando la possibilità di vincere il titolo e battere Lewis…”.
Ma Hamilton l’ha fatto tremare fino all’ultimo respiro: “Quello di quest’anno è stato il miglior Lewis mai visto – ha commentato Rosberg – perché nelle ultime gare era libero da pressioni e poteva permettersi ogni rischio. L’ho visto determinato e motivato, lavorava più duro che mai. Non è stato facile, contro uno così”.