Formula 1 | Marc Genè sul futuro della F1: “O l’ibrido, oppure gare più spettacolari: bisogna decidere!”
Nel mondo delle corse, al giorno d’oggi, si sta puntando sempre più sulla tecnologia ibrida assieme a quella elettrica rispetto alla progettazione di motori altamente performanti sotto il profilo meccanico. Parola di Marc Genè, tester al simulatore della Ferrari, il quale ha portato come esempi introduttivi la nascita della Formula E e l’utilizzo delle cosiddette “power unit” nella Formula 1 e nel WEC (World Endurance Championship).
“Questo è un momento di transizione perchè, in poche parole, le nuove tecnologie a nostra disposizione non sono così avanzate da poter sostenere una gara intera – ha spiegato il pilota spagnolo – In Formula E, infatti, è stato istituito il cambio vettura a metà corsa perchè una non è sufficiente ad arrivare fino in fondo: per questo motivo, ora come ora, l’ibrido è la soluzione migliore”.
“Basti vedere i risultati ottenuti in Formula 1 o nel WEC: è sensazionale vedere quanta potenza è in grado di sprigionare un motore 1.6 Litri! Per quanto riguarda l’elettrico, ancora non ci siamo: mancano le infrastrutture adeguate, per cui c’è ancora molto da lavorare”.
Alla luce della tua esperienza, una vettura elettrica può dire la sua in mezzo alla griglia?
“Ma certo! Quando ho gareggiato alla 24 Ore di Le Mans, la mia Peugeot utilizzava un propulsore diesel: inizialmente credevo che non sarebbe stato adeguato nei confronti della concorrenza, ed invece… andava veramente bene! Noi piloti, in una macchina, cerchiamo il sound, ma se manca al giorno d’oggi non è un dramma: la 908 era molto silenziosa, sentivi solamente il sibilo del turbo ed i fruscii aerodinamici. Questa è la prova secondo cui l’importante è avere una vettura prestazionale, poco importa qual è l’alimentazione utilizzata. A molti mancheranno i motori V12, V10 e V8, ma ormai bisogna ammettere che l’elettrico permette delle accelerazioni decisamente migliori”.
E quando sei passato all’Audi LMP1, quali sono stati i cambiamenti?
“Ho dovuto cambiare sostanzialmente il mio stile di guida – ha continuato Marc Genè – Passando da una propulsione diesel ad una ibrida, ero costretto a controllare costantemente l’energia a disposizione durante ogni singolo giro, ma questo è successo nel 2014.
Oggi, invece, ci sono persone addette a fare questo lavoro al posto di noi piloti, per cui il modo con il quale l’energia viene utilizzata non viene più deciso da chi guida”.
Con le attuali tecnologie a disposizione, qual è la strategia migliore per un risparmio di energia ottimale? “Sicuramente il veleggiamento prima di una frenata, ovvero sollevare il piede dall’acceleratore qualche decina di metri prima di una staccata in modo da far scorrere il più possibile la vettura. In questo modo, il risparmio, che avviene in ingresso e non in uscita di curva, è molto ben bilanciato con quel poco che si perde in termini cronometrici.
Il problema? Quando questo ti viene chiesto nel momento in cui sei in lotta con un avversario: portare pazienza, in questi casi, è una vera impresa…”
Come saranno i prossimi piloti del futuro? “Passeranno più tempo al simulatore che in pista: il multitasking sarà il loro pane e faranno molta meno fatica a fare tante cose diverse nello stesso tempo. Guidare, spostare le leve, parlare con il muretto, magari con un ritorno della gestione in prima persona dell’energia, non solo del motore, ma anche delle gomme e delle altre componenti della vettura”.
Ultima domanda: come vedi il futuro della F1 con l’utilizzo dell’ibrido? “Questa tecnologia è l’ideale per competizioni molto lunghe come il Campionato Endurance – ha concluso Marc Genè – Per la Formula 1, bisogna farsi questa domanda “Vogliamo che i piloti diventino degli automi in grado solo di portare al massimo le monoposto, oppure vogliamo che lottino tra di loro per tutta la gara, a tutto vantaggio dello spettacolo?”. Il tempo scorre, e bisogna prendere una decisione”.