Credits: Mercedes Press Area

Ecco le pagelle del Gp d’Ungheria, gara dominata ancora una volta dalle Mercedes ma in grado, nonostante il consueto dominio delle stelle d’argento, di divertire ed intrigare grazie ai tanti protagonisti del Gp magiaro.

Lewis Hamilton: voto 10. Gara perfetta che incornicia un week end nato male con il botto del venerdì. Parte bene, tenta la fuga ma non gli riesce, gestisce alla grande la sua gara trattando bene le sue gomme e districandosi tra i doppiati proprio come faceva il miglior Senna. Solo Gutierrez lo mette in crisi ed Ham gli rifila un gestaccio. Gesto deprecabile ma, mi permetto di scrivere, pienamente comprensibile.

Nico Rosberg: voto 9. L’unica pecca di Rosberg è stata la partenza. Poi, per il resto, la gara di Nico non è stata poi tanta diversa da quella di Hamilton. In altre parole, anche Nico è stato protagonista di un Gp eccellente. Ha beccato all’inizio un gap di 2″ ma poi è riuscito a stabilizzare il ritmo girando come Lewis. Più volte si è fatto sotto ma quando lo passi uno come Hamilton all’Hungaroring?

Sebastian Vettel: voto 8. Alla fine, recupera solo una posizione dal via. Detto questo, la gara di Vettel vista in Ungheria è parsa quella di uno che ha spremuto una vettura che non ne voleva sapere di andare forte e di essere costante. Lui, invece, è riuscito ad esserlo. Resta fuori dal podio, vero, ma ci va vicinissimo. Paga, in definitiva, l’ennesima qualifica andata male.

Kimi Raikkonen: voto 8. Recuperare 8 posizioni lungo un tracciato come quello ungherese non è roba da poco. E in che modo queste posizioni sono state recuperate! In alcuni casi grazie alla strategia, ma in molti altri, a suon di sorpassi. In quello che, per molti finlandesi, è il Gp di casa, Kimi ha sfornato la sua migliore prestazione annuale. Peccato per l’errore del muretto durante le qualifiche e per non essere riuscito a vincere l’ostruzionismo di Verstappen, oramai, bestia nera di Iceman.

Daniel Ricciardo: voto 8. Inverte la tendenza negativa che lo aveva visto perdente nei confronti del suo compagno di squadra negli ultimi Gp, con una prestazione davvero convincente in cui è apparso in tutto e per tutto superiore al giovane Max. Certo, chi lo vedeva come possibile vincitore del Gp d’Ungheria sarà rimasto deluso ma ieri le due Mercedes appartenevano ad un altro pianeta e Daniel è stato il primo dei terrestri.

Max Verstappen: voto 6. Non è tanto la scorrettezza commessa ai danni di Raikkonen a scandalizzare: si tratta semplicemente di un retaggio di un recente passato legato al mondo dei kart in cui certe manovre tendono ad essere maggiormente tollerate. È il fatto che a fine gara era convinto di avere ragione che lascia perplessi. La direzione gara avrebbe dovuto prendere provvedimenti. Potremmo vedere altre manovre simili in futuro. Per carità, non vogliamo un F1 di chierichetti, ma i cambi di direzione sono particolarmente pericolosi. Detto questo, gara al di sotto delle aspettative ma, pur con trucchetti che non condivido, grande difesa nei confronti di Raikkonen pur con una mescola sfavorevole all’olandese.

Felipe Massa: voto 3. Non potrebbe andare peggio di così. “Potrebbe piovere“, disse Igor in Frankestein Junior. E così fu. Ed proprio con la pioggia che Felipe compromette un week end nato male. All’errore in qualifica segue una gara inconcludente. Forse questa Williams gli ha fatto perdere motivazioni e concentrazione.

Valtteri Bottas: voto 6. Vedi la sua posizione finale in classifica e ti viene voglia di dargli un bel 5. Poi, però, pensi cosa porta in giro e provi comprensione per un pilota che, comunque, il suo lo fa e porta a casa 2 punti, vale a dire, il massimo a cui questa Williams può ambire.

Kevin Magnussen: voto 5. In Ungheria la Renault pareva insolitamente dinamica. Sempre sbilanciata, intendiamoci, ma più amica del cronometro. Rimangono anche loro fregati dalla pioggia in qualifica. In gara ci si sarebbe aspettati una “mini-rimonta” da parte di Magnussen e, invece, niente.

Joylon Palmer: voto 5. Va vicinissimo alla zona punti (che avrebbe significato per lui un bombolone d’ossigeno) ma esce alla curva 4 e compromette tutto. Non è tanto per l’errore, comunque, che prende il 5, quanto per il modo scriteriato e incosciente in cui rientra in pista.

Fernando Alonso: voto 8. Finalmente! Non sono ancora le posizioni che competono ad Alonso e alla McLaren ma essere giunti ad una trentina di secondi da una Ferrari grazie ad una gara col coltello tra i denti, da l’idea dell’enorme lavoro fatto dall’asturiano (che ama questa pista) e dalla McLaren. Speriamo possa esserci continuità.

Jenson Button: N.C. Pur avendo disputato quasi l’intero Gp prima di essere costretto al ritiro, è impossibile valutare la gara di Button. Pronti via, un problema legato ai freni lo relega al fondo e la sacrosanta comunicazione intercorsa tra lui e il box gli vale un drive-through. Morale della favola: gara finita per il britannico e F1 sempre più ridicola.

Carlos Sainz: voto 6. La dote più grande di questo giovane pilota è che sbaglia pochissimo nonostante la scarsa esperienza. Ieri, però, la sua Toro Rosso ha sofferto più del solito e Carlos si è dovuto piegare di fronte al ritorno di un suo idolo: il connazionale Alonso.

Daniil Kvyat: voto 5. Week end negativo per il russo che qui, un anno fa, coglieva un podio. Ma sembrano, oramai, tempi lontani, quelli. E se non vuole perdere anche il sedile della Toro Rosso, dovrà fare molto di più di quello messo in mostra in Ungheria quest’anno.

N. Hulkenberg: voto 6; S. Perez: voto 6; F. Nasr: voto 6; M. Ericcson: voto 5; R. Grosjean: voto 5; E. Gutierrez: voto 2; P. Wehrlein: voto 6; R. Haryanto: voto 6.