Formula 1, Lauda: «Lewis Hamilton non è crollato a causa del tributo a Bianchi»
La morte di Jules Bianchi, che proprio lo scorso 3 agosto avrebbe compiuto il suo 26esimo anno, ha colpito tutta la Formula 1. Erano ventuno anni che un pilota non se ne andava a causa di un incidente in pista. L’ultimo fu proprio quell’Ayrton Senna morto in modo altrettanto tragico in occasione del Gran Premio di San Marino del 1994.
La morte del francese, per un certo senso, ha toccato profondamente tutti i piloti di Formula 1, anche quelli che meno conoscevano Jules tanto che nei giorni successivi del Gran Premio di Ungheria si era ipotizzato che la corsa piena di errori portata a compimento da Lewis Hamilton possa essere stata causata anche dal particolare momento ricco di emozione. Tra i piloti maggiormente segnati dalla morte di Bianchi non possiamo dimenticare Daniil Kvyat, secondo in Ungheria. Eppure a distanza di praticamente due settimane Niki Lauda ha voluto smentire che la brutta gara del britannico all’Hungaroring sia da imputare al ricordo commosso che la Formula 1 ha voluto rivolgere al driver di Nizza, poco prima dello start: «Non so se possiamo definirla come mancanza di concentrazione o cosa. Anche Sebastian Vettel ha preso parte al minuto di silenzio per Bianchi eppure è riuscito a disputare una gara perfetta – ha commentato Lauda – Non credo che questo possa aver influenzato i piloti ma non posso sapere cosa c’è nella loro mente. Hamilton si è scusato con tutto il team e noi rispettiamo il suo gesto».
L’austriaco non ha dubbi: il brutto Gran Premio disputato dalla coppia Mercedes, più che dal minuto di silenzio per Bianchi è da imputarsi alla partenza completamente sbagliata di Hamilton e Rosberg. «Quello che è successo in Ungheria è stato, al pari della Malesia, un campanello d’allarme arrivato nel momento giusto. Abbiamo del tempo per analizzare con estrema calma quanto visto all’Hungaroring per fare in modo che certi problemi non tornino più in futuro», ha concluso il tre volte Campione del Mondo.