Formula 1, la competitività della Ferrari si nasconde nell’utilizzo delle gomme
Anche dopo la vittoria ottenuta da Sebastian Vettel a Sepang, con la Ferrari dopo quasi due anni di digiuno dal gradino più alto del podio, Fernando Alonso ha sottolineato di non avere rimpianti nell’aver deciso di lasciare il Cavallino Rampante alla fine della scorsa stagione. In una breve intervista rilasciata ai colleghi di El Mundo Deportivo il pilota della McLaren ha confidato come, nonostante la Ferrari abbia fatto notevoli progressi a livello di motore e di telaio, forse è ancora troppo presto per incalzare con regolarità la Mercedes.
Il ragionamento non fa una piega. Tutti si aspettavano una SF15-T a Sepang, soprattutto viste le qualità tecniche in Australia, ma nessuno avrebbe mai immaginato che riuscisse a salire sul gradino più alto del podio. A quanto pare, il problema più grosso della Mercedes riguarda gli pneumatici posteriori, a differenza del 2014 quando era la Ferrari a soffrire maggiormente a livello di gomme. Nonostante il risultato, sembra difficile affermare che la Ferrari di oggi sia al livello della Mercedes di Hamilton e Rosberg. Secondo i più scettici, quello di Sepang è stato un risultato frutto di una coincidenza di eventi in cui il Cavallino Rampante, dimostrando di aver imparato dagli errori degli scorsi anni, è riuscito ad approfittarne.
La vera chiave dell’exploit malese della Ferrari si nasconde nell’utilizzo delle gomme. Se la Mercedes ha inevitabilmente sbagliato la strategia, fermando i piloti ai box dopo solo quattro giri, la Ferrari è riuscita ad approfittarne grazie alla gentilezza con cui la monoposto studiata da James Allison tratta le gomme Pirelli. Nonostante la temperatura e l’umidità, la SF15-T di Vettel è riuscita a impostare un buon passo gara senza incorrere nell’usura della gomma, problema che invece ha costretto le Mercedes ad accorciare gli stint e a fermarsi una volta di più.
Eleonora Ottonello
@lapisinha