Formula 1 | Kubica non si pente: “Sapevo che sarebbe stato difficile, lascio l’Australia felice”
Non è stato un rientro semplice in Formula 1 quello di Robert Kubica. Dopo test complicati che gli hanno limitato la preparazione, in gara a Melbourne ha vissuto una serie di inconvenienti che hanno condizionato negativamente il risultato finale.
Anche se in questo momento l’aspirazione massima del team Williams è quella di esser doppiato meno volte possibile, Kubica non è riuscito ad ottimizzare il risultato a causa di un contatto che gli fatto perdere l’ala anteriore nel primo giro, poi anche la perdita di uno specchietto gli ha faticato e non poco le manovre di doppiaggio.
Altro piccolo inconveniente è stato il non vedere il semaforo della partenza, oscurato parzialmente dall’ala posteriore di Carlos Sainz, cosa che gli ha creato qualche timore prima dello spegnimento:
Proprio sull’accaduto Kubica ha commentato al portale Race Fans: “Sono entrato in un certo panico perché quando ho fermato la macchina (in griglia n.d.r.), non riuscivo a vedere le luci. L’ala posteriore della McLaren me le nascondeva.”
“Ho potuto vedere la prima parte del semaforo ma non il resto. Così mi sono dovuto spostare a sinistra, perché ce n’è un secondo. È stato un momento di panico.”
Pochi istanti dopo la partenza è stato però un contatto con il posteriore della Red Bull di Pierre Gasly a pregiudicarne la gara:
“Gasly si è spostato troppo a destra e credo che ci sia stato qualche contatto con Sainz, così si è mosso ed ha rotto la mia ala anteriore, non me ne sono reso conto, ma un centinaio di metri più tardi ho perso l’ala … o metà. Praticamente ho iniziato a ridere per quanto fosse pessima (la vettura n.d.r.)”
Un Robert Kubica che nonostante le sventure di inizio stagione non sembra scoraggiarsi e si dice comunque ancora convinto della decisione presa di tornare in Formula 1 da pilota titolare:
“No, non mi sono pentito di essere tornato” – ha detto il polacco al quotidiano Iltalehti. “L’anno scorso ho riflettuto prima di prendere la decisione per più di sei settimane e sapevo che sarebbe stato difficile, quello che non immaginavo era di venire in Australia così impreparato.”
“Lascio l’Australia felice perché due anni fa nessuno pensava che potessi tornare indietro.”