Formula 1 in differita: RAI con le mani legate per obblighi contrattuali

La questione dei Gran Premi di Formula 1 trasmessi in differita è abbastanza delicata, infatti non sono pochi gli appassionati che hanno chiesto di cambiare la trasmissione con degli inserti di approfondimento giornalistico che spiegassero cosa sia successo nei momenti cruciali della gara, senza lasciare che Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli si limitino semplicemente a raccontare la corsa. Ma la Rai non può modificare il formato editoriale dei Gran Premi di Formula 1 quando vengono trasmessi in differita. Marco Franzelli, vice direttore di Rai Sport con la responsabilità sulla Formula 1 e la delega per l’informazione sportiva su Rai News 24, ha raccontato ai colleghi di Motorsport.com il perché.

“E’ un’idea che piacerebbe anche a me ma non è realizzabile – ha dichiarato Marco Franzelli – Fino alla conclusione dell’attuale contratto che scadrà nel 2017 siamo obbligati a trasmettere le immagini della regia internazionale da quando va in onda la sigla della FOM e fino alla conclusione della cerimonia di premiazione sul podio – inoltre ha aggiunto – Siamo costretti a mantenere una finestra sempre aperta su quanto accade in pista per non contravvenire agli accordi con la FOM anche quando c’è una neutralizzazione della corsa come è avvenuto in Australia con la bandiera rossa e in pista non succede niente. Non abbiamo, quindi, l’autonomia per costruire un prodotto diverso da quello che mandiamo in onda”.

Motorsport.com riportando i dati di ascolto del Gran Premio di Formula 1 del Bahrain ha evidenziato il calo di circa 400 mila spettatori rispetto alla gara dello scorso anno: “Nell’analisi bisogna metterci che la corsa si è disputata spostata di un mese – prosegue Marco Franzelli – E sicuramente il ritiro di Sebastian Vettel nel giro di formazione della griglia ha distolto diversi tifosi del Cavallino che hanno preferito fare altro”.

Ma il problema non è solo questo, parecchi infatti si lamentano anche che il telegiornale che precede la differita del Gran Premio riporta puntualmente la notizia di chi ha vinto la corsa, togliendo così la suspance e l’emozione in coloro che vogliono gustarsi la gara: “Viviamo nell’epoca della comunicazione globale: come si può pensare che si possa non conoscere il risultato del Gran Premio tre ore dopo l’evento? Il web, i social media, la TV e la radio aggiornano in tempo reale tutto ciò che accade durante la corsa. Un appassionato dovrebbe chiudersi in una campana per isolarsi dal continuo flusso informativo”, ha proseguito.

La caduta degli ascolti è stata registrata anche su Sky che ha l’esclusiva delle dirette, ma come si accentuata di più sul pubblico generalista della Rai? “La domanda se la dovrebbe porre chi gestisce la Formula 1. A mio parere non ha più alcun senso l’embargo di tre ore tra la diretta SKY e la differita RAI. Basterebbe cominciare la differita dopo la conclusione della diretta sul canale satellitare. Chi voleva vedere il Gran Premio l’ha già guardato: perché bisogna aspettare così tanto? Domenica la Formula 1 dal Bahrain in alcuni momenti si è intrecciata con la MotoGP che era in Argentina e, alla fine, ci siamo entrambi rubati degli spettatori. Sono situazioni che si potrebbero evitare”, ha aggiunto Franzelli.

Sarebbe necessario guardare l’andamento degli ascolti“Quando trasmettiamo il Gran Premio in diretta (quest’anno accade undici volte su ventuno Gran Premi in calendario) insieme a Sky totalizziamo un ascolto doppio rispetto a quando la RAI va in onda con la differita. Questo è un dato sul quale riflettere. Riducendo l’embargo, quindi, si può limitare la dispersione di ascoltatori in un momento in cui la Formula 1, per le sue traversie, ha più bisogno di essere supportata”, ha così concluso.