Formula 1, i piccoli team chiedono un incontro alla FOM per la ridistribuzione dei premi
La Formula 1 è sempre più spaccata in due. Il Circus iridato si sta muovendo verso un campionato composto da due divisioni nettamente distinte. O almeno così, sembrano affermare le ultime indiscrezioni che sono trapelate. Proprio per questo fatto, il vice direttore della Force India, Bob Fernley, avrebbe scritto una lettera di Bernie Ecclestone per richiedere un incontro tra i rappresentanti di Lotus, Sauber e Force India in occasione dell’ultimo fine settimana di Formula 1, ad Abu Dhabi. La realtà dei fatti dice che le scuderie più blasonate non hanno alcuna intenzione di aiutare le piccole realtà, a partire da una possibile ridistribuzione dei premi, col rischio di avere in griglia di partenza scuderie con terze vetture, monoposto clienti o perfino GP2 potenziate sulla griglia di partenza della Formula 1 nel caso in cui il Circus si trovi a dover fare i conti con meno di 18 vetture in griglia.
«Dopo la riunione che si è tenuta in Brasile si è capito chiaramente che la direzione che sta prendendo la Formula 1 va verso le vetture clienti o la Super GP2. E’ altrettanto chiaro che lo Strategy Group non ha affatto intenzione di ridurre i costi – si legge nella lettera spedita da Fernley a Ecclestone – Non avendo riscontrato interesse per il perseguimento di questo obiettivo, abbiamo quindi affrontato la distribuzione del reddito, ma solo come modo per assorbire meglio i costi». Il motivo dello scontro riguarda la spartizione delle entrate tra i team di Formula che inevitabilmente premia i più forti (ricchi) mentre va a penalizzare i deboli (poveri). «Nel nostro interesse comune e per un futuro sostenibile dello sport, chiediamo, insieme alle altre parti interessante, di attuare una distribuzione più equa».
Sulla base di quanto si evince dal bilancio della Formula 1, pubblicato a inizio ottobre, il Circus ha avuto un incremento di guadagni pari arrivando a 1,7 miliardi di dollari grazie alle rimunerative sponsorizzazioni della Rolex, della Emirates e, soprattutto, dei contratti televisivi. Il 40% delle entrate finisce nelle tasche di Mister Ecclestone mentre il restante 60%, va ad aumentare le finanze di chi dispone già di una barca di soldi. I dollaroni che entrano nelle banche delle scuderie, per il 50% della fetta vengono suddivisi in modo identico tra tutti i partecipanti mentre il restante 50% viene spartito a seconda della classifica costruttori, limitato al decimo posto dal 2013. Per generare ulteriore gap tra le scuderie in gioco, la differenza è abissale se teniamo conto di quanto ottenuto dalla Red Bull (65 milioni di dollari), leader della classifica, e da quanto portato a casa dalla Marussia (14 milioni di euro), fanalino di coda. «Le questioni che stiamo affrontando sono legate a questioni finanziarie che posso essere risolte solo con misure finanziarie. Proprio per questo vi esortiamo durante il fine settimana ad incontrare Monisha Kaltenborn, Vijay Mallya e Gerard Lopez per trovare una soluzione equa per la distribuzione dei fondi della FOM», si conclude la richiesta del vice direttore della Force India. Niente di nuovo, sempre la stessa storia: piccoli VS grandi; ricchi VS poveri.