Formula 1, Hamilton VS Rosberg: rivalità ad atti

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La coppia Hamilton-Rosberg è scoppiata! Già lo avevamo scritto nello scorso mese di maggio dopo i fattacci del GP di Monaco, nonostante la pace fatta, almeno apparente, ci avevamo visto lungo. La collisione Rosberg-Hamilton al secondo giro a Spa lascia una scia di tempesta: il team principal Mercedes Toto Wolff ha annunciato provvedimenti entro Monza per fermare anzitempo la guerra fratricida tra Nico e Lewis. Il tedesco e il britannico si conoscono e si sfidano fin dai tempi dei kart, bambini, amici e avversari in tutte le categorie fino alla Formula 1. Ora, a distanza di quasi 30 anni, non si sopportano più e il sentimento è reciproco, soprattutto quando in gioco c’è qualcosa di importante come un titolo mondiale.

Le prime schermaglie le abbiamo in Bahrain, un duello ruota a ruota nei giri finali tra il britannico e il tedesco con Hamilton che ha la meglio su Rosberg, ma era un semplice antipasto. Il primo round della battaglia avviene a Barcellona, in occasione del GP di Spagna. Nel meeting prima della corsa Niki Lauda, Toto Wolff e Paddy Lowe hanno lasciato ai piloti l’opportunità di lottare tra loro, evitando i contatti ed evitando di usare il pulsante OT, ossia il tasto del sorpasso che permette di fare ricorso all’extra potenza per superare un avversario, una precauzione utile per salvaguardare entrambe le power unit. In gara è andata diversamente: Rosberg, fattosi pericolosamente minaccioso alle spalle di Lewis Hamilton, che aveva usato il pulsante proibito, ad un certo punto vede che l’inglese guadagna terreno in poco tempo. La telemetria non mente, il britannico aveva disatteso gli ordini e, colto in flagrante, si scusò con il team cercando di scusarsi con Rosberg porgendogli la mano.

La linea di casa Mercedes è sempre stata quella di lasciare i ragazzi liberi di giocare a meno che non rompano i loro giocattoli. A Montecarlo va in scena il secondo atto. Rosberg arraffa la pole con quel discutibile lungo avvenuto negli ultimi istanti della qualifiche, Hamilton nasconde la rabbia sotto il casco. La FIA non assegna la penalità al tedesco, nel ring delle interviste i compagni di squadra si stuzzicano a distanza e questa volta, la stretta di mano offerta da Rosberg non viene ricambiata da Hamilton. Poi la rottura, definitiva in Belgio, a Spa, con il figlio d’arte che arriva al contatto con Hamilton e con il britannico costretto a chiudere anticipatamente la sua gara. E qui nascono troppe incomprensioni: Lewis afferma con la stampa che Nico lo ha fatto apposto, ma è stato un fraintendimento. Interviene Wolff e smorza i toni. Nico non lo ha fatto apposta, ha tenuto la sua traiettoria rischiando, e sapeva che questa volta avrebbe rischiato grosso. Impossibile, o forse, ricucire il danno con Nico Rosberg che nel campionato vola a +29 punti sul compagno. Alla luce dei fatti sembra tutto più chiaro: il mondiale 2014 non è solo un mondiale che mette in gioco il talento, ma c’è anche testa, piede e cattiveria. Quest’ultima, non agonistica, non sportiva, di quella specie che non vorremmo mai vedere in Formula 1.