Formula 1 | Ecclestone replica agli attivisti: «I diritti umani in Azerbaijan? Sono tranquilli»
Nonostante il fine settimana che la Formula 1 trascorre a Baku per il Gran Premio d’Europa sia nel pieno del suo svolgimento, continuano a tenere banco le polemiche a riguardo della delicata situazione umanitaria in Azerbaijan. Dopo la lettera firmata dagli attivisti Sport for Rights e spedita a Bernie Ecclestone nella quale veniva chiesto al Patron della Formula 1 di appoggio per chiedere la liberazione dei prigionieri politici, è arrivata la risposta dell’85enne inglese. A complicare ulteriormente la faccenda ci ha pensato un recente report redatto da Amnesty International che ha alzato l’attenzione proprio sulla situazione disastrosa dell’Azerbaijan dove la popolazione si trova a fare perennemente i conti con crescenti livelli di repressione e sofferenza da parte del Governo.
Differentemente da quanto richiesto attraverso la lettera firmata, piuttosto che prendere una posizione, Bernie Ecclestone ha deciso di minimizzare il problema quando i giornalisti gli hanno chiesto se ha la coscienza pulita per aver permesso di disputare il GP d’Europa in Azerbaigian: «Al 100% ho la coscienza a posto. Nel momento in cui sarò informato su quali siano i diritti umani violati allora potremmo verificare e vedere in quale contesto siano applicati», ha commentato Mister E.
L’Azerbaijan non sarà di certo il primo e ultimo Paese ospitante un Gran Premio di Formula 1 nel quale vengono violati i diritti umani. Al pari della Governance della Formula 1 nessuna delle scuderie della griglia di partenza, in tal senso, ha preso una posizione. Lo spettacolo deve andare avanti e i soldi valgono di più di una vita umana.