Formula 1 | Blistering Pirelli: 0.4 mm fanno davvero la differenza?

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Mai come in questa prima metà di campionato si era sentito parlare così tanto di blistering. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il blistering è quel fenomeno che si genera in seguito all’eccessivo surriscaldamento della parte interna della gomma, dunque al di sotto del battistrada, che provoca la formazione di bolle sulla superficie esterna della ruota. L’esplosione di queste bolle porta al distaccamento di una parte di materiale dal pneumatico e per tale motivo si creano quei caratteristici solchi sulle gomme (che nel caso fossero particolarmente profondi potrebbero portare anche all’esplosione della ruota).

La temperatura che si raggiunge all’interno della ruota dipende dalle dimensioni dell’area di contatto tra la ruota stessa e l’asfalto. La Pirelli ha dunque pensato di ovviare a questo problema proponendo un battistrada ribassato di 0.4 mm, il che consente di avere una regione di contatto minore e quindi temperature più basse nella gomma. Una riduzione di 0.4 mm, che può sembrare insignificante a primo impatto, produce un raffreddamento di circa 10°C, il che limita notevolmente gli effetti del blistering.

L’introduzione di questa modifica, a mondiale in corso, ha scatenato l’ira di quelle scuderie (Ferrari su tutte) che, attraverso accortezze aerodinamiche, sono riuscite a porre rimedio a questo problema, a differenza di altre (come Mercedes e RedBull) che invece si trovano ancora in grande difficoltà. La Pirelli ha comunque motivato la sua scelta sostenendo che su determinate piste le gomme cosiddette ‘standard’ possano comportare un rischio per la sicurezza dei piloti.

Questa infinita diatriba, però, quasi certamente cesserà al termine del prossimo Gran Premio (ossia Silverstone) in cui per l’ultima volta in questa stagione la Pirelli proporrà la versione rivisitata e tanto discussa dei pneumatici.