Formula 1 | Ayrton Senna, così si diventa immortali!

La sua è una di quelle assenze che invece diventano presenze costanti. Cosa ci resta di Ayrton Senna a distanza di 24 anni dalla sua morte? Tanto, forse fin troppo, così per me si diventa immortali

© Ayrton Senna.com

“È eterno tutto questo, se tu riesci a dargli un senso” cit. Fabrizio Moro ed Ultimo. Eterno, immenso, immortale, ce ne sarebbero aggettivi da utilizzare per spiegare quello che è stato, ma nulla alla fine gli renderebbe giustizia, credo che nulla potrà mai veramente spiegare chi era Ayrton Senna e cosa ha significato per la Formula 1. Ogni parola sembra vana, banale, piccola e insignificante in confronto alla sua grandezza, in confronto a ciò che era lui. In giornate come queste il cuore sembra quasi fermarsi, sembra quasi che faccia fatica a battere, perché ogni battito serve a ricordare che Ayrton Senna non c’è più, in ogni battito sembra che ci sia lui stesso. Il primo maggio è letteralmente tragico, perché ci ricorda da quanti anni si sta facendo a meno del brasiliano che ha letteralmente stravolto la Formula 1 e gli animi di chi lo ammirava danzare in pista, il tempo inesorabilmente passa ma il suo ricordo sarà sempre più vivo che mai!

Questo giorno si vorrebbe quasi cancellare, perché non ci si rassegna, perché da quella vettura tutti avrebbero voluto vedere scendere Ayrton Senna con le sue gambe, magari furioso per la vittoria sfumata, che già pensava a come vincere la prossima gara. Invece il peso della sua morte ce lo si porta dietro come un macigno sempre più grande, una morte che non si accetta, anche da parte di coloro che come me hanno conosciuto la sua storia, molto tempo dopo la sua morte. Quasi non ci si vuol capacitare e fa ancora male, fa troppo male. Ma perché è così eterno nonostante siano trascorsi ben 24 anni dalla sua morte?

 

Ayrton Senna aveva un qualcosa di mistico, un qualcosa capace di catturare l’attenzione, un qualcosa di inspiegabile per cui sa entrare negli animi per non uscirne più. È come un uragano, non può che entrare nelle ossa, stravolgere le esistenze, senza che nessuno possa far niente. “Magic” lo chiamavano, specialmente per il pilota che era, ma la magia avvolgeva tutta la sua figura, non solo quella del pilota, la magia che sa scaturire tutt’ora non può passare inosservata, e per quanto il Senna uomo sembrava nettamente differente dal Senna pilota, le due figure si sono sempre equivalse, per dar vita al mito. Un mito di cui non si riesce a far a meno, un mito che non verrà mai dimenticato.

La sua morte mi fa rabbia, non potrebbe non essere così. La sua morte mi fa pensare ad una Formula 1 che non prevede mai nulla, ma che aspetta che accada prima la tragedia, ad una Formula 1 che antepone lo spettacolo alla vita dei suoi stessi piloti, da qui nasce il mio rapporto di amore ed odio con lei. La amo e non potrei farne più a meno, ma a volte credo che la sicurezza vada anteposta a qualsiasi cosa. Mi piace pensare che Ayrton Senna, in questo momento, ovunque si trovi possa continuare a fare ciò che amava di più cioè gareggiare ed in giornate come queste, dove nulla sembra avere un senso, mi ricordo del suo amore per questo sport, un amore smisurato che in qualche modo ha trasmesso anche a me tramite la sua storia, e forse solo questo rende il tutto più accettabile, solo questo placa i miei infiniti perché.

Perché proprio tu Ayrton diamine? In quel triste primo maggio non abbiamo perso solo un mito, non abbiamo perso solo un Campione di Formula 1, ma abbiamo perso un uomo dagli infiniti valori, dagli occhi magnetici, dall’anima indescrivibilmente meravigliosa. Cosa ci resta di Ayrton Senna? Ci resta il suo sguardo impresso in mente, la sua infinita sensibilità, ci resta tutto quello che ha saputo trasmetterci, le prodezze che ci ha regalato, la serietà e professionalità a cui ci ha abituato, ci resta il fatto che sia entrato nel cuore di grandi e piccini per non uscirne più. Perché se oggi siamo tutti un po’ più tristi, se oggi il magone come ogni primo maggio continua ad assalirci, se oggi mi ritrovo nuovamente qui a parlare di lui con le lacrime agli occhi è solo grazie alla meraviglia che lui stesso era.

Ed io il suo sguardo ce l’ho bene impresso nella mente, la sua voce mi risuona nelle orecchie, il suo “Vivo di emozioni” è più presente che mai. La sua è una di quelle assenze che invece diventano presenze costanti, la sua è una di quelle assenze di cui non ci si può e non ci si vuole liberare. Non potrà mai essere dimenticato, e per me è così che si diventa immortali. Oggi seppur a fatica proviamo a non piangere, oggi proviamo a ricordare semplicemente ciò che di bello Ayrton Senna ci ha lasciato. Una sua vittoria che riteniamo più bella, un suo giro di qualifica che riteniamo mozzafiato, una sua intervista, una sua frase, una qualsiasi cosa che ci fa sorridere.

“Non saprete mai come si sente un pilota quando vince. Quel casco nasconde sentimenti incomprensibili” cit Ayrton Senna.