Formula 1 | Adrian Newey:”Io vicino alla Ferrari come Alonso alla RedBull”

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© Red Bull Press Area

Il mago dell’aerodinamica Adrian Newey racconta i suoi 40 anni di carriera in un libro dal titolo “”How to build a car?”, ricorda come sia stato vicino alla Ferrari ed a lavorare con Fernando Alonso; in un’intervista a Sky Sports UK, presenta il libro e trascorre rapidamente la sua carriera parlando dei piloti, dei personaggi con i quali avrebbe voluto lavorare ed ha lavorato, senza che si incrociassero mai le strade. Ricorda Bobby Rahal dai trascorsi in IndyCar, Ayrton Senna e la sua breve collaborazione forse troppo breve, il perfezionista Mikka Hakkinen, da ascoltare perché in grado di spiegare meglio di chiunque altro cosa volesse dalla monoposto. Mansell, e gli ultimi campioni come Sebastian Vettel,  Mark Webber.

Credo che i tre piloti con i quali non ho lavorato e che sarebbe stato affascinante avere accanto, sono di sicuro Michael Schumacher, era un avversario supremo, qualche volta forse esagerava in pista ma era l’istinto competitivo che lo portava a tanto. Fernando Alonso, col quale siamo stati vicini in un paio di occasioni, un altro grandissimo avversario, ed è un peccato che abbia vinto solo due titoli. Chi se lo aspettava che dal 2007 a oggi non avrebbe più trionfato? E’ ancora al top. Poi Lewis Hamilton: i suoi primi campionati sono stati caratterizzati da alti e bassi, ma la vittoria di quest’anno, è stato il campionato migliore, ha messo insieme una stagione così solida”

A livello progettistico Adrian Newey però è stato più volte accostato alla Ferrari, Adrian Newey specifica che i contatti sono stati molteplici e le volte che lo hanno visto vicino alla scuderia di Maranello addirittura tre: “Siamo stati vicini in 3 occasioni, all’inizio della mia carriera in IndyCar, quando la Ferrari aveva deciso che voleva costruire una monoposto da Indy , una mossa politica, e mi offrirono di unirmi al loro programma Indy ma rifiutai. Più seriamente fu poi Jean Todt a offrirmi il ruolo di direttore tecnico e decisi che volevo restare nel Regno Unito per la famiglia. Di recente, nel 2014, al primo anno dell’era ibrida. Quando era chiaro che Renault si trovava dietro a Mercedes soprattutto e Ferrari e non sembrava che volessero investire soldi per risolvere i problemi. Mi trovai in una posizione difficile, non volevo abbandonare Red Bull, la sentivo come casa ero coinvolto sin dall’inizio del progetto, allo stesso modo non volevo essere in una posizione nella quale operavamo con una mano legata dietro la schiena, col motore: la Ferrari arrivò con un’offerta incredibile, molto attraente, mi chiamarono più volte , ma alla fine non si fece nulla”.