Ferrari, Rory Byrne, l'asso nella manica di Sergio Marchionne?
Nonostante le caute dichiarazioni del Presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, il 2015 potrebbe rivelarsi una stagione piena di sorprese per il Cavallino Rampante, soprattutto nel finale di campionato quando ormai i team si trovano a raccogliere i frutti degli sviluppi portati in pista nel corso della stagione. In occasione del Salone dell’Auto di Detroit, intervenendo all’Automotive News World Congress, il numero uno della Rossa, ha parlato ancora di Formula 1: «La stagione 2015 sarà interessante, perché le nuove regole ci consentiranno di lavorare sul motore nel corso dell’anno. Penso che la parte più interessante sarà rappresentata dall’ultimo trimestre di gare – ha sottolineato il Presidente della Ferrari – In quel momento, non avremo più scuse, perché penso avremo fatto la maggior parte del lavoro sulla macchina e dovresti vedere che fa bene in pista».
Il 2014 della Ferrari è stato sicuramente un anno da dimenticare, il peggiore degli ultimi vent’anni. Sono cambiate tante cose a Maranello nel corso della stagione, tanti sono stati gli addi, più o meno volontari. Gli ultimi, a lasciare gli stabilimenti della Ferrari sono stati Pat Fry che, con alle spalle un’esperienza di poco meno di 20 anni nella Formula 1 ha lasciato il comando nel ruolo di direttore tecnico a James Allison, e Nicholas Tombazis che, dopo 8 anni di militanza sotto le insegne del Cavallino Rampante, è stato licenziato per fare posto a Simone Resta, ingegnere imolese di 44 anni. «Montezemolo ha fatto un buon lavoro per 23 anni ma non abbiamo vinto un campionato dal 2008. Abbiamo avuto una stagione disastrosa nel 2014 e penso che l’organizzazione tendano a diventare un po’ pigre. Quindi era il momento di apportare qualche cambiamento». Proprio a tal proposito per massimizzare gli sviluppi della stagione, Allison e Resta potranno contare su una spalla di primo livello, Rory Byrne, attivo anche sul progetto 666, come ha confidato anche il collega Leo Turrini sul suo blog.
Mentre per quanto riguarda la sezione stradale, la produzione della Ferrari resterà stabile in Italia: «Sarebbe una bestemmia pensare che le nostre vetture potrebbero essere costruite in qualche altra nazione», ha concluso.