Ferrari, quale bilancio in Bahrain? Segnali di ripresa, ma non basta
Non ci sono le condizioni per esultare, ma il bilancio Ferrari a Maranello dopo il week-end in Bahrain è positivo. Sviluppi limitati, ma in poco tempo si è migliorato il pessimo lavoro del 2020
I primi tre posti sono lontani, le vittorie un’utopia. Eppure la Ferrari vista in Bahrain è una macchina nettamente migliore alla vettura che meno di un anno fa costringeva i suoi piloti a partire dalla sesta fila. A distanza di più di quattro mesi, le Rosse hanno centrato in coppia il Q3 e sempre in coppia sono rimaste in top ten, in sesta posizione con Leclerc, in ottava con Sainz.
Il motore nuovo funziona bene, tutti i cavalli persi nel 2020 sono tornati. Sorprendentemente, al termine del weekend erano i motorizzati Ferrari i più veloci in fondo al rettilineo. Un segnale che in vista del congelamento delle power unit, fa ben sperare. Il giorno e mezzo concesso di test a ciascun pilota ha finito per danneggiare di più Sainz, impossibilitato a capire subito la SF21. La parola d’ordine in Ferrari è prudenza, nessun buon proposito sventolato al cielo, e se da un lato è un rammarico per una scuderia che ha ben altre mire, dall’altro per ricostruire le macerie del 2020 occorre metter su un mattone alla volta. Il bilancio Ferrari in Bahrain si riassume in una ampia sufficienza.
GIRO SECCO E LONG RUN
Un team come la Ferrari non dovrebbe esultare per questo tipo di risultati, ma dopo un’annata pessima, non era scontato presentarsi alla prima gara così. Charles Leclerc, dopo aver conquistato un’ottima seconda fila in qualifica, è riuscito a mettersi dietro una delle due McLaren, decisamente più competitiva a Sakhir portando a casa punti importanti. Ciò che balza all’occhio è la discrepanza tra giro secco e passo gara, già evidenziato nei test sullo stesso circuito del Sakhir. Meno di un decimo di distacco tra Leclerc e la Mercedes di Bottas, più difficoltà con lo scorrere della gara a tener dietro il finlandese, dopo una buona partenza, e a respingere l’assalto di Perez. Di fronte al quale il monegasco alla fine si è dovuto arrendere, ma senza soccombere.
Carlos Sainz alla prima in Rosso, non ha sfigurato. Partito ottavo dopo una sbavatura nell’ultimo tentativo in qualifica, è stato cauto all’inizio per evitare contatti, come da lui ammesso (frasi non di circostanze è che denotano una certa maturità), ha vinto il derby spagnolo con Fernando Alonso ed ha terminato la gara non lontano da Daniel Ricciardo.
BENE I PIT STOP, DA MIGLIORARE IL PASSO GARA
Confortanti anche i dati sui pit stop. Tutti e quattro i cambi gomme effettuati, sono stati eseguiti in tempi ragionevoli, quando l’anno scorso i piloti si facevano il segno della croce ogni talvolta entravano in pit lane. Ancora da migliorare, il passo gara inferiore a quello della McLaren. L’usura degli pneumatici sarà un tema ricorrente a Maranello, ma va detto che il circuito del Bahrain di certo non aiuta chi le gomme non le tratta con i guanti di velluto.
Dunque al termine del primo weekend della stagione legittimo il sorriso sul viso degli uomini Ferrari per il bilancio d’esordio. C’è tanto ancora da lavorare, perché la vetta è ancora lontana, e perché quando ti chiami Ferrari non puoi gioire per un settimo posto. Tuttavia, dopo un’annata disastrosa, è già un bel passo avanti. Se i valori visti in Bahrain si confermasse tutto l’anno, si prospetta un gran duello ‘old style’ Ferrari-McLaren.