GP Belgio, FP3: Hamilton davanti, pericolo pioggia per le qualifiche

Credits: Mercedes Twitter

Ok, avrà la macchina più forte, sarà un cannibale, e tutto ciò che volete. Ma se Lewis Hamilton rifila mezzo secondo al suo compagno di squadra, dotato dello stesso materiale, due domande facciamocele. Ferrari pessima, as usual.

La Mercedes cannibalizza l’ennesimo GP, stavolta in Belgio, noiosetto un bel po’, come ha affermato anche Max Verstappen a fine corsa. L’olandese prima aveva detto di sperare nella pioggia per divertirsi, poi, comunque terzo e sul podio, ha detto che si è divertito ben poco.

A TRECENTO ALL’ORA

Hamilton vince a Spa , supera i punti ottenuti da Schumacher, si porta a -2 dalle sue vittorie totali in carriera e vede il sesto titolo mondiale, quello dell’aggancio. Quale stagione peggiore poteva esserci per la Ferrari? Mortificata da un weekend pessimo, ma ampiamente annunciato, date le caratteristiche della pista e una SF1000 che è conclamato non vada manco a spingerla, ora dovrà pure subire l’onta di far figuracce nei circuiti di casa, Monza e Mugello, quest’ultimo pure di sua proprietà.

L’inglese invece, si è fatto a 315 km all’ora la curva Puhon, ossia col piede sempre giù, inedito che ha colpito. E nelle qualifiche aveva rifilato mezzo secondo a Bottas, uno per il quale non si può dire “facile, guidando una Mercedes”. Eppure resta là, inerme, senza la minima possibilità di avvicinarsi al compagno. La vittoria illusoria in Austria alla prima gara, è finita già nel dimenticatoio.

TEAM RADIO SUGLI SCUDI

La Ferrari pessima, dicevamo: d’improvviso i piloti da rintronati sono divenuti eroi. “Possono far poco” è il leit-motiv del weekend, ma questo in realtà si poteva sapere pure prima. Stavolta non ci sono state proprio storie: questa Ferrari pessima libera da responsabilità Vettel e Leclerc, almeno per ora, che più di così proprio non potevano fare. I team radio sono ciò che ci colpisce sempre di più: Bottas che chiede di spingere e la scuderia glielo nega. Risposta del finlandese: “Non mi avevate avvertito di questo”. Leclerc che fa una sosta, chiede spiegazioni, e i meccanici ribattono: “Te lo diciamo dopo”.

Strategie, bizzarrie vere e proprie, la verità sta nel mezzo. Fatto sta che in questo GP del Belgio, nel nobile e storico circuito di Francorchamps, bisogna attaccarsi a queste cose per avere un minimo di cronaca da fare. Perché per il resto è stato tutto noioso: solito tram-tram nelle retrovie, ma cose poco incisive. Segnaliamo: Gasly, scaricato dalla Red Bull lo scorso anno e ora leone in Alpha Tauri, il redivivo Ricciardo, quarto, e il suo socio, Ocon, al quinto posto. Una Renault che si rinsavisce sempre più, e si fa bella per accogliere Alonso nel 2021. Poi Raikkonen, decimo per lungo tempo: un leone indomito che almeno per una gara avrebbe meritato miglior fortuna.

FIGURACCE ITALIANE IN ARRIVO?

E poi, come detto, le Rosse: “situazione realistica”, aveva detto Vettel dopo la mancata qualificazione nella Q3 sabato, “mi assumo tutte le responsabilità” dice Binotto, a fine gara. Comunicando che si sta lavorando per il 2021, ma soprattutto per il 2022, e questo lo sapevamo. Il calice amaro andrà bevuto fino in fondo, ma se un anno fa parlavamo di tutt’altra Rossa, con Leclerc primo sia in Belgio che poi a Monza nel GP successivo, dodici mesi dopo, la moneta si è capovolta.

E a forza di lavorare sempre per l’anno dopo già ad agosto dell’anno prima, si finisce per farsi prendere in giro. Nel 1988 Berger e Alboreto vinsero in Brianza per un banale incidente di Senna, in testa alla corsa, con un doppiato. Enzo Ferrari era morto pochi giorni prima, e forse da lassù ci aveva messo la mano. Tra sette giorni invece, nemmeno lui pensiamo possa fare il miracolo. Ed Hamilton raggiungerà Schumacher probabilmente tra 15 giorni al Mugello, nel giorno in cui il Cavallino festeggerà i mille Gran Premi. L’inglese sta guastando ogni festa possibile, ma sia chiaro, fuori Modena hanno ben poco da festeggiare, fatto salva la gloriosa storia di una scuderia che vive però il suo momento in assoluto più difficile.