Domenicali: “Puntiamo a un pilota americano in Formula 1”

L’ondata di interesse degli degli Stati Uniti d’America verso il mondo della Formula 1 è un dato di fatto. Secondo Stefano Domenicali però l’unica cosa a mancare è un pilota a stelle e strisce

La settimana scorsa, con la conferma della tappa di Las Vegas, la Formula 1 ha annunciato l’ingresso nel calendario del terzo Gran Premio che si disputerà su territorio americano a partire dal 2023. L’interesse degli States nei confronti della massima serie automobilistica ha toccato picchi altissimi. L’unica cosa a mancare è un pilota americano. E questo dispiacere lo ha espresso anche Stefano Domenicali, CEO della Formula 1.

E non solo per gestione Liberty Media. Anche grazie a una serie come Drive to Survive, gli appassionati statunitensi sono stati maggiormente coinvolti nel mondo della Formula 1 e le nuove generazioni, sono state attratte da quello che apparentemente potrebbe sembrare una realtà completamente differente da quella delle tradizionali corse automobilistiche americane.

Per andare a incontrare l’ultimo pilota americano che ha corso in Formula 1, bisogna tornare al 2015, quando Alexander Rossi correva per la Manor.

Gli States: il nuovo mercato al quale guardare

Intervenuto al lancio del GP di Las Vegas, Domenicali ha affermato che per la massima serie automobilistica sarebbe fondamentale assicurarsi di avere schierato in griglia un pilota americano. Il manager italiano desidererebbe qualcuno in pianta stabile, non una meteora.

È importante, perché sono le persone che stanno facendo la differenza. I protagonisti sono i piloti. È ai loro volti che gli appassionati si legano e col tempo diventano dei veri e propri punti di riferimento – ha raccontato il CEO della Formula 1 – Stiamo anche lavorando con la Federazione americana per investire sotto questo punto di vista. Deve essere un pilota vero, uno veloce. Altrimenti sarà un boomerang.
Non sarà facile arrivare a questo obiettivo ma è la strada che abbiamo deciso di perseguire“.

Una politica che si potrebbe usare anche per altre Nazioni

Un discorso giusto, sì, ma che dovrebbe essere ampliato anche ad altre Nazioni. Parole che sicuramente potrebbero far storcere il naso ai tifosi del vecchio continente, e soprattutto italiani che, dopo l’uscita di Giovinazzi, non hanno più un pilota italiano in Formula 1 a difendere il tricolore: “Stiamo lavorando insieme a vari enti, nell’assoluto rispetto dei ruoli ma dal punto di vista commerciale e dell’organizzatore o promotore, che vorrebbero ampliare questo tipo di business negli Stati Uniti“, ha concluso Domenicali.

Per Domenicali ora manca solo un pilota americano

A fare da trampolino di lancio per un pilota con passaporto americano potrebbe essere la Haas. La scuderia di Gene Haas, oltre a essere a stelle e strisce dalla testa ai piedi, è l’unico team di Formula 1 che dispone una base a Kannapolis, nella Carolina del Nord.

Non bisogna dimenticare però anche l’interesse mostrato da Michael Andretti di entrare nella massima formula automobilistica con un team di proprietà. Non a caso il figlio d’arte si è già impegnato a schierare tra i suoi un pilota americano. Un primo nome è stato fatto e sarebbe quello di Colton Herta, che già corre con il team Andretti nella Indycar.
Il mese scorso, infatti, la McLaren ha annunciato il 22enne americano come tester con l’obiettivo di fargli fare esperienza, sebbene per regolamento, Herta potrà guidare una monoposto di Formula 1 non più recente del 2021.