Cosa c’è nella mente di un Campione del Mondo?

Fernando Alonso Alpine

Credit: Alpine F1 Team, Press Area

Fin dal suo arrivo in Formula 1, si era subito capito che Fernando Alonso non sarebbe stato un pilota come gli altri. Oltre alle qualità pilotistiche, che nessuno osa mettere in dubbio, lo spagnolo è probabilmente uno dei piloti più astuti e scaltri della griglia di partenza

Quando Fernando Alonso è salito per la prima volta a bordo di una monoposto di Formula 1, nel 1999, il suo nome già circolava tra gli addetti ai lavori. E non a caso, in quell’occasione, nonostante la giovane età stupì un certo Cesare Fiorio non solo per le sue qualità velocistiche.
Sebbene siano passati ventitré anni da quel giorno, l’ovientese non è cambiato di una virgola.

Nonostante i suoi 41 anni all’anagrafe, compiuti lo scorso 29 luglio, il fatto che sia il pilota più anziano della griglia sembra non scalfirlo più di tanto. Anche in questa prima parte di campionato 2022 di Formula 1, Alonso ha dato prova di potersela giocare ancora coi migliori, mezzo permettendo.
Il vero punto di forza dello spagnolo, in questa fase della sua carriera, oltre al talento naturale che nessuno ha mai messo in dubbio, è dato dall’esperienza e dall’attenzione ai dettagli. Un tratto che ha sempre caratterizzato l’approccio alla pista di Alonso.

Formula 1 e tennis: sport diversi ma uguali

L’iberico è un osservatore meticoloso. Oltre a studiare ogni aspetto dei suoi avversari, dentro e fuori la pista, per tentate di carpire le loro debolezze sfruttandole a proprio vantaggio, Alonso ha una visione complessiva di gara che lo porta a trovare soluzioni alternative, a vedere oltre, dove magari i suoi rivali non arrivano.

Per far comprendere meglio il suo modo di agire, Fernando ha parlato di come affronta un match tennistico: “Sono quel tipo di ragazzo. Qualunque cosa faccia, ho bisogno di farla al 100% delle mie forze. Sento la necessità di annientare qualunque fermezza abbiano le altre persone – ha raccontato l’ovientese in un’intervista rilasciata in esclusiva ai colleghi di motorsport.com – Quando giocavo a tennis, ad esempio, se mi scontravo con qualcuno di bravo, giocavo palle molto alte perché in questo modo gli spezzi il ritmo quando uno è abituato a colpire con molta forza“.

Lo spagnolo non ha tradito i suoi precetti

In tanti si chiedono cosa si possa nascondere nella testa di un due volte campione del mondo. Come per sua stessa ammissione, il Fernando Alonso pilota è rimasto uguale al Fernando Alonso bambino.
Lo spagnolo, dallo spirito competitivo innato, è rimasto fedele ai precetti che lo hanno accompagnato in occasione delle prime gare di kart.

Tendenzialmente, quando a uno arriva una palla alta commette il maggior numero di errori. A differenza di un tiro normale, la palla alta ha una velocità diversa alla quale approcciarsi. Quando gioco con gente brava a tennis, assestare palle alte è la mia unica possibilità di vittoria. Quindi lo faccio automaticamente – ha proseguito – Non è solo un aspetto che rifletto nelle corse. Sento la necessità di dover annientare i punti di forza degli altri per massimizzare i miei“.

L’esperienza vero punto di forza di Fernando Alonso?

Guardando le sue performance in pista e il nuovo contratto che lo lega ad Aston Martin per due stagioni, sembrerebbe proprio che l’iberico non senta ancora che l’età abbia messo alla prova le sue capacità di guida. Al contrario. Lo spagnolo è sicuro che l’esperienza lo abbia reso migliore.

Penso che l’esperienza aiuti sicuramente in molti modi. Capisci come gestire meglio un weekend di gara a partire dalle prove libere, dalla loro importanza o, a volte, dalla loro non-importanza, dalla gestione delle gomme, dai pitstop, dal modo in cui ci si avvicina alla meccanica.
Quando un pilota è appena arrivato in Formula 1 da grande attenzione a ogni giro che fa. Da giovane le FP1, ad esempio, sono vissute un po’ come se fossero l’ultimo giro dell’ultimo appuntamento del campionato.
Non tutti i giri sono l’ultimo. Quando ero giovane anche io facevo questo genere di errori a inizio gara, ma con l’esperienza ho imparato a evitarli“.

Stare lontano dalla Formula 1 ha avuto lati positivi

Nonostante i due anni lontano dalla massima serie automobilistica, a Fernando Alonso è bastato riprenderci la mano, levarsi la ruggine di dosso per tornare a dimostrare a tutti che le sue motivazioni e le sue capacità erano rimaste immutate. In quel periodo lontano dalla Formula 1, Fernando ha solo avuto bisogno di ricaricare le batterie.

Sento che non mi manca nulla rispetto a quando ero più giovane – ha continuato il 41enne – Forse, nel 2018, mi sono sentito per davvero mentalmente stanco e avevo la necessità di staccare la spina per un determinato lasso di tempo. Ora, invece, sto bene. Non so se sono stati quei due anni di stop che mi hanno aiutato o se è solo l’approccio diverso che ho ora“.

Stare lontano dalla Formula 1 ha avuto i suoi lati positivi: “Anche le diverse esperienze di guida che mi sono fatto in quei due anni di stop credo che mi abbiano aiutato, non solo a capire diverse cose, ma soprattutto penso che mi abbiano insegnato cose diverse.
Ci sono differenti filosofie e tecniche di guida. Non è che tutto sia applicabile a una vettura di Formula 1. Mi rendo conto che quando perdo l’auto, quando hai del sovrasterzo per esempio, le mie mani e i miei piedi fanno delle cose che prima non conoscevo perché avevo guidato solo monoposto di Formula 1. In un certo senso è come se adesso, mi sentissi di avere più controllo sulle cose“, ha concluso.