Correa: “Sono grato di essere ancora in vita”

Credit: Twitter @JMCorrea__
Juan Manuel Correa, vita e sogni di un giovane pilota infranti da un tragico evento che ha portato alla scomparsa dell’ex campione di GP3, Anthoine Hubert
Dalla tragica gara di Formula 2 a Spa-Francorchamps di fine agosto, che è costata la vita al compianto Anthoine Hubert, Juan Manuel Correa, altro pilota coinvolto nell’incidente, è rimasto immobilizzato in ospedale, con ferite potenzialmente letali.
Il giovane pilota, dopo settimane di infinita agonia, mentale e fisica, ha parlato in pubblico per la prima volta e non ha perso occasione per fare le condoglianze alla famiglia dello scomparso collega francese.
“Sono trascorse cinque settimane dall’incidente”, ha dichiarato il pilota di origini ecuadoriane in un’intervista. “Ovviamente non l’ho mai detto pubblicamente ma voglio esprimere le mie più sentite condoglianze a tutta la famiglia Hubert. Il fatto che un simile incidente sia potuto accadere è stato uno shock per tutti. Non pensi mai che possa succedere qualcosa del genere, soprattutto non a te stesso. Te ne rendi conto solo quando succede”.
“Anche se ho ancora una lunga strada di riabilitazione davanti a me, sono grato di essere ancora qui. Non so se riuscirò mai a riprendermi al 100%, è ancora tutto incerto. Sono molto grato di essere in vita e sono grato a tutte le persone che mi sono state vicine in queste settimane”.
DOPO LE FERITE RIPORTATE, LA VITA DEL GIOVANE PILOTA DI F2 POTREBBE NON ESSERE PIÙ LA STESSA
Senza l’affetto familiare e dei tifosi, probabilmente Correa non ce l’avrebbe fatta e adesso staremmo piangendo un’altra giovane vita spezzata dagli orrori del motorsport. “Ringrazio la mia famiglia per il sostegno che mi hanno dato, senza di loro non ce l’avrei fatta. Questo ha davvero cambiato la mia vita, il modo in cui vedo le cose, il modo in cui penso alla vita stessa e alle cose in generale. Questa esperienza mi ha segnato l’esistenza“.
“Ho letto quasi tutti gli amorevoli messaggi che mi sono arrivati da persone che non conosco personalmente. Ho trascorso questi giorni a leggere messaggi, cercando di rispondere a quanta più gente possibile. Voglio solo dire (ai tifosi N.d.R.) che alla fine li guarderò. Ce ne sono migliaia ma un giorno lo farò. Grazie mille, per me questo significa molto”.
L’ACCETTAZIONE È IL PRIMO PASSO VERSO LA GUARIGIONE
“Ho accettato l’accaduto, ora posso solo essere positivo e lavorare il più duramente possibile per recuperare velocemente e nel miglior modo possibile. Il piano sarà di fare un altro intervento chirurgico il prossimo lunedì. Sarà l’ultima operazione qui a Londra. A inizio novembre dovrei essere in viaggio per Miami per vedere i miei fratelli e iniziare il mio percorso di guarigione.”
“Secondo i dottori, questa fase dovrebbe durare da 10 mesi a un anno. Dopo questo periodo potrò iniziare a dire davvero come sta il piede destro. Al momento ho una struttura in metallo che non mi permette di muoverlo. Rimarrà così per almeno 8-10 mesi”.
“Vedremo cosa accadrà ma sono positivo, non c’è nient’altro da fare. Posso fermarmi qui, entrare in depressione ed essere dispiaciuto per me stesso oppure andare avanti, essere positivo e fare del mio meglio per accellerare il recupero”.