Commissione Europea, occhi sulla Formula 1: squadre piccole discriminate 27 Novembre 2014 Eleonora Ottonello La Formula 1 è nuovamente caduta nell’occhio del ciclone. In un momento così delicato per tutto l’ambiente, una nuova tegola cade sulla testa di Bernie Ecclestone e questa volta, non solo le televisioni che si lamentano del calo degli spettatori o i team che vorrebbero sempre più soldi. Anneliese Dodds, rappresentante del partito laburista britannico, ha inviato un’interrogazione alla Commissione Europea, attraverso la quale sostiene che le scuderie più piccole che si trovano a prendere parte al Campionato del Mondo di Formula 1 vengano discriminate, non riuscendo a prendere parte alle decisioni più importanti. Questo è quanto è emerso da Strasburgo dopo l’incontro tra Margrethe Vestager, neo commissario europeo alla Concorrenza e Anneliese Dodds, eurodeputata del South East England. Eppure non c’è da scandalizzarsi. La questione era già stata sollevata durante i mandati di presidenza Fia di Max Mosley e prima, con Jean-Marie Balestre. Per tornare alla base di quanto riportato dall’eurodeputata South East England, bisogna tornare al 2001 quando la stessa Commissione Europea, impose che lo sfruttamento commerciale della Formula 1 e la sua governance dovevano essere separate, tanto che la Federazione Internazionale, al fine di evitare conflitti di interesse, vendette i diritti della Formula 1 alla FOM per 100 anni, al costo di 313,6 milioni di dollari, mantenendo però il ruolo di ente governativo. L’inglese, nella lettera inviata alla Commissione Europea, fa particolare riferimento allo stretegy group, novello organo decisionale che di fatto taglia fuori le squadre più piccole, essendo composto solo ed esclusivamente dai team più importanti in base ai risultati della stagione passata. «Un numero di team di Formula 1 e di aziende loro collegate sono basati nella mia circoscrizione del South East England e nelle ultime settimane, due di loro, sono finite in amministrazione controllata con la ovvia perdita di posti di lavoro in un settore altamente qualificato dell’industria manifatturiera britannica – si legge nella lettera della Dodds – Attraverso la creazione di quello che viene definito Strategy Group, i team minori sono stati trattati in modo scorretto e sono stati esclusi dal processo decisionale della Formula 1. La FIA si è mostrata incapace di assicurare che tutte le scuderie possano beneficiare dello stesso trattamento. Proprio l’anno scorso, la Federazione sembra che abbia accettato un indebolimento della sua autorità regolatrice con un nuovo accordo con i promotori della Formula 1, ottenendo così un diretto interesse commerciale, una collaborazione che pare violare i termini dell’accordo del 2001». Ora la palla passa alla Formula 1, a Bernie Ecclestone, ma in particolar modo alla FIA che, come se i problemi non fossero già pochi, è anche obbligata a occuoparsi della Commissione Europea. Tags: 2014, Bernie Ecclestone, FIA