Brawn al lavoro per favorire le differenze etniche in Formula 1

Brawn nuovo format

Credits: F1 Twitter

La Formula 1 ha programmato un piano per affrontare la mancanza di diversità nello motorsport

L’omicidio di George Floyd ha scatenato le coscienze mondiali su un tema purtroppo ancora di drammatica attualità: la discriminazione razziali. Tra i più attivi nello smuovere gli animi c’è senza dubbio Lewis Hamilton, che da una settimana ormai sfrutta i suoi canali social per sensibilizzare il mondo sulla questione. Il campione inglese ha anche criticato l’indifferenza dei suoi colleghi, colpevoli di non aver sfruttato la loro popolarità per farsi sentire.

Numerosi piloti si sono mossi di conseguenza pubblicando messaggi di sostegno al movimento Black Lives Matter, mentre la stessa Formula 1 ha rilasciato una dichiarazione che condanna il razzismo. L’amministratore delegato del circus Ross Brawn ha dichiarato che i commenti di Hamilton sulla mancanza di diversità in Formula 1 erano più che validi e che era una questione su cui stavano lavorando da tempo.

“Penso che noi come Formula 1 abbiamo riconosciuto da alcuni anni che vogliamo rafforzare la nostra diversità nel paddock, sia internamente come azienda che esternamente, abbiamo iniziato a lavorare su questo alcuni anni fa”, ha detto Brawn agli inglese di Sky Sports F1. “Secondo noi in Formula 1 non c’è varietà perchè sin dalle scuole ci sono delle divisioni”.

“Siamo stati coinvolti nel progetto “Formula 1 nelle scuole”. E già qui c’è un buon livello di diversità tra i bambini”. Brawn ha rivelato di aver persino lavorato a un programma di kart per cercare di rendere le corse più accessibili. “Ho trascorso le ultime settimane a lavorare con un gruppo di persone per vedere come possiamo organizzare un campionato di kart che possa coinvolgere più piloti possibile”.

“Il fatto è che in Formula 1 c’è una meritocrazia molto forte. Dovrebbe sempre essere così, dovrebbe sempre essere sempre il migliore che vince. Non possiamo forzarlo noi. Ma possiamo dare maggiori opportunità alle minoranze e ai gruppi etnici di essere coinvolti nel motorsport, non solo come piloti”.

Intanto Hamilton prosegue la sua lotta sui social. Questa mattina sul suo profilo Instagram l’inglese ha mostrato il suo pieno sostegno alla rimozione della statua di Edward Colston, trafficante di schiavi neri, da Bristol.