Berger: “Ferrari troppo italiana, non potrà vincere”

Berger Vettel

© Laci Perenyi

Stando al parere di Gerhard Berger per tornare al successo in Ferrari dovrebbero diminuire la presenza italiana in organico

“La Ferrari ha sempre avuto il desiderio di vincere come una squadra italiana composta da soli italiani. Oggi questa cosa non è più possibile”. Così sentenzia Gerhard Berger ai microfoni del podcast Auto Sport. Nonostante siano passati più di 25 anni dalla sua ultima gara in rosso, l’ex-pilota austriaco ricorda bene come si viveva portando il blasone del Cavallino Rampante e sostiene che le cose non siano cambiate molto in quel di Maranello. “La Formula 1 è uno sport così complicato e di livello così alto che hai bisogno dei migliori al mondo. Ovunque essi siano, vanno trovati e assunti, non importa la nazionalità”

“Alla fine dei conti il campionato finirà sempre in italia“. Per supportare la propria tesi, l’ex-Benetton e McLaren ripercorre gli anni di maggior successo della Rossa, quelli successivi al suo secondo e definitivo allontanamento dalla Ferrari. L’ultima stagione dell’austriaco alla corte di Enzo Ferrari è datata 1995, quando gli venne preferito il già due volte campione del mondo Michael Schumacher. “Quando si ripensa al periodo di Michael in Ferrari, il migliore tra tutti nel suo ambito (direttore tecnico) era Ross Brawn, e lui è inglese” – spiega Berger – “Il miglior politico e team manager? Jean Todt, francese“.

Berger poi prosegue elencando altri elementi della scuderia italiana di quel periodo: “E ancora, la Ferrari aveva il migliore nel campo dell’aerodinamica era Rory Byrne, sudafricano. Poi c’era Schumacher, il pilota più forte, ovviamente tedesco. Jean ha composto questo dream team e anche Michael reclutava gente a destra e a manca. Così sono riusciti a costruire quel fantastico team internazionale con il quale sono arrivati al successo e ai record. E’ così che funziona”.