Bell, Berger e Brawn in orbita Ferrari dopo l’addio di Domenicali. Mattiacci solo provvisorio?

Stefano Domenicali si è appena dimesso da team principal della Ferrari che già il Cavallino Rampante inizia a scoprire le carte del prossimo futuro. A Shanghai, farà il suo debutto nel team di Formula 1 Marco Mattiacci chiamato, più da Marchionne che da Montezemolo, a prendere il ruolo dell’imolese. Il romano di nascita avrà un compito più duro dal Gran Premio di Cina: non sarà solo il team principal della Ferrari, ma anche il motivatore del team. Non c’è tempo e soprattutto non c’è margine d’errore: Mattiacci dovrà mettere fin da subito un po’ di ordine nel team e restituire entusiasmo all’ambiente. Un manager decisionalista in stile Todt, più che un dirigente definito da più campane «troppo buono e amico di tutti». Una persona troppo disponibile ed educata per un ambiente difficile e spietato come quello della Formula 1. Perché, dove sta scritto che uno buono, non può essere un leader? E soprattutto, siamo sicuri che la scelta, ancora una volta, sia stata quella giusta?

Prendiamoci la libertà di prendere esempio dal mondo del calcio: se il Sassuolo di Di Francesco, sta perdendo 5-0 contro la Juventus di Conte, l’allenatore può metterci il cuore, incitare i suoi ma per diversi fattori, se la differenza tecnica è troppo grossa tra le due fazioni, puoi spingere finché hai fiato il gruppo, è triste a dirsi, ma non servirà a niente. Ferrari a un bivio, positivo o negativo. Eppure c’è una Rossa che sta lavorando al futuro, un futuro prossimo lontano da quel Mattiacci chiamato dall’America dove vestiva il ruolo di presidente e Ad per il mercato Nordamericano. Il problema è che, cambiare gli uomini quando la vettura è palesemente inadeguata non serve a molto, soprattutto se non vengono toccati quegli uomini chiave, nel reparto tecnico della Ferrari. Secondo Omnicorse.it, il Cavallino Rampante non cambierà la divisione: con James Allison, Pat Fry, in aria di rinnovo contrattuale, e Nikolas Tombazis per la parte telaistica, Luca Marmorini e Mattia Binotto per la parte motoristica, la Rossa ha intenzione di risorgere dalle proprie ceneri.

Lo stesso giorno dell’annuncio di dimissioni di Domenicali dalla Ferrari, la Mercedes ha ufficializzato la rottura con il direttore tecnico Bob Bell, solo una coincidenza? Una delle poche cose che sembra certa è che la nomina di Mattiacci sia temporanea, tanto che il corrispondente di Autosprint, Cesare Maria Mannucci, ha insinuato che avrà solo un ruolo di transizione. Secondo indiscrezioni, i più accreditati, oltre a Bell, sono Ross Brawn e Gerhard Berger. L’inglese, oltre ad aver unito il suo nome a quello di Schumacher durante i trionfi in Benetton e in Ferrari, è riuscito a vincere anche con Jenson Button, nel 2009 e ha contribuito, almeno fino allo scorso anno, al lavoro di sviluppo della Mercedes. L’austriaco, che ha ottenuto 5 vittorie in Formula 1, attualmente è il consulente di Bruno Senna, ma durante gli anni di Vettel in Toro Rosso, ha gestito il team faentino, che proprio col giovane tedesco riuscì a vincere a Monza, nel 2008.