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Credits: Circuit de Catalunya Twitter

Le vie di fuga del tracciato catalano sarebbero inadeguate per questa iniziativa

La diffusione dell’epidemia da Coronavirus sta costringendo il Circus a paventare ogni tipo di eventualità, anche quelle più fantasiose. Con alcuni GP (come Silverstone) che si sono proposti a ospitare più di una corsa nell’arco del weekend, è spuntata anche l’idea di far disputare una delle due manche percorrendo la pista in senso contrario. La proprietà del circuito britannico si è detta favorevole a questa soluzione, che però non è di applicabilità generale. Il circuito di Barcellona, infatti, si è schierato categoricamente a sfavore di questa possibilità. 

CAUTELA

Percorrere il Circuit de Catalunya in senso contrario significherebbe avere come prima curva una svolta a sinistra e subito dopo la chicane, rischiando di creare scompiglio al via. Uno scenario che non piace alla proprietà del tracciato catalano, con il direttore generale Joan Fontserè che ha commentato così: “È tutta una questione di sicurezza. Certi tracciati hanno allestito vie di fuga valide per correre in ambedue i sensi di marcia. Ma la nostra pista non le ha, per cui avremmo grossi problemi a correre in senso diverso da quello abituale. La FIA omologherebbe di sicuro una gara qui da noi con la pista invertita, ma secondo noi non ci sono le condizioni di sicurezza, perché le vie di fuga sarebbero inadeguate”.

Dichiarazioni, quelle di Fontserè,  da cui trapela ogni volontà di evitare rischi, forse anche per il fatto che il Montmelò è stato teatro della tragedia più recente del Motomondiale, ossia la morte del pilota di Moto2 Luis Salom. Un evento tragico che sollevò il problema delle vie di fuga del Circuit de Catalunya. 

PORTE CHIUSE

Altro problema riguarda la modalità in cui si svolgerebbe l’evento, con l’ipotesi delle porte chiuse che sembra al momento la più accreditata (ne avevamo parlato anche qui). Una possibilità che lascia però alcuni dubbi: posto che il pubblico non avrebbe inequivocabilmente accesso, diverso è il discorso per la stampa. Bisogna infatti capire se garantire l’accesso a tutti i media, vale a dire televisioni, carta stampata, fotografi e web, oppure solo a un gruppo ristretto. La soluzione, al momento, è ancora lontana.

“Non sappiamo ancora nulla a riguardo – ha detto Fontserè – La questione dei media è uno dei temi cardine e noi siamo aperti a ogni opzione. Certo, se vogliamo un mondiale 2021 regolare e ci sono richiesti dei sacrifici nel 2020, siamo pronti a farli. Quindi potremmo essere favorevoli all’idea di limitare l’accesso ai media magari alla sola televisione”