Alonso

© Sky e Formula 1

Molto attesa la conferenza stampa FIA del giovedì con la presenza di Fernando Alonso tra i 6 piloti intervistati. Riflettori puntati sulle dichiarazioni dello spagnolo che ha messo qualche puntino sulle “i”, senza però riuscire a dare dei dati certi sulla causa che ha causato l’incidente.
Comunque il pilota della McLaren ha ribadito che è stato un problema meccanico allo sterzo e non una folata o un malore: “E’ chiaro che c’è stato un problema sulla macchina, ma non siamo riusciti a trovare una conferma nei dati telemetrici che sono stati scaricati.” – ha dichiarato Alonso – “La squadra ha fatto delle accurate analisi in laboratorio per cercare di capire, ma non è emerso niente. Prima o poi troveremo qualcosa, oppure non lo capiremo mai…”.

Eri cosciente quando hai urtato il muretto?
“Sì mi ricordo tutto: si è bloccato lo sterzo che tirava a destra e ho sbattuto la prima volta e poi ho rimbalzato più volte contro il muretto. Ho staccato la radio e poi le batterie per consentire ai commissari di intervenire sulla monoposto. Il vento non c’entra, nemmeno un uragano potrebbe spostare la monoposto. Poi voorei ribadire che non è vero che mi sono risvegliato parlando in italiano e dicendo di avere 14 anni.
Non ho perso la memoria perché il giorno dopo il crash già ricordavo l’incidente. Io mi ricordo la dinamica di quello che è accaduto”.

Perché la squadra ha parlato di altro?
“La confusione è nata dallo stress iniziale, io ero in rianimazione e c’era l’urgenza di dire qualcosa. Il fatto che non ci siano dati di telemetria dimostra forse che ci sono delle carenze nel sistema di acquisizione. Per questa gara abbiamo preso delle misure straordinarie, forse più del necessario, mettendo dei sensori aggiuntivi sulla monoposto. A Barcellona avevo utilizzato una configurazione di guida modificata per adattare la macchina al mio stile di guida, ma ora siamo tornati alla soluzione che Jenson Button usa da sempre, per cui non ci saranno problemi. Mi fido ciecamemte del team: probabilmente ora dispongo della macchina più controllata della Formula 1, così come io credo di essere diventato il pilota più visitato dai medici!”.

Ti dispiace aver lasciato la Ferrari per andare alla McLaren che è in difficoltà?
“Con le prestazioni che abbiamo adesso è facile criticare la mia decisiooni o la squadra, ma io sono felicissimo e mi sento in salute dentro perché sto eseguendo il mio sogno: quando ero piccolo vedevo vincere il mio mito Ayrton Senna con la McLaren Honda. Avei potuto aspettare a cambiare? Forse sì, ma dopo due titoli mondiali vinti non ci si accontenta più di quarti e quinti posti. E comunque non sono pentito di aver lasciato la Ferrari perché ho una grande sfida davanti a me”.

E’ la tua prima gara in veste McLaren come affronterai questo gran premio ?
“Dobbiamo tenere i piedi per terra e sapere che come squadra non siamo nella posizione che volevamo, ma speriamo di arrivarci presto. Per me Sepang sarà soprattutto una sessione di test, in fondo è la prima gara per me. Più o meno ho fatto lo stesso numero di giri che gli altri fanno in un giorno, quindi non ho grande dimestichezza con la monoposto e dovrò imparare tanto, non solo sullo stile di guida ma su come impostare il lavoro, come si fa alla McLaren. La sfida è grande, ma sono pronto a portarla avanti”.