Alessandro Misley a F1world: “Senna a Imola vittima della decelerazione. L’halo è fondamentale”

F1world incontra Roberto Piccinini - Senna GP San Marino 1994 primi soccorsi

Credits: Roberto Piccinini Actualfoto

A margine dell’uscita de “L’ultimo giro di Ayrton” abbiamo ascoltato Alessandro Misley, dottore di lungo corso impegnato sui campi del motorsport. Era tra gli uomini che soccorsero Senna a Imola

Un ortopedico, un anestesista, un infermiere, un autista, un commissario, e via dicendo. E’ solo parte della equipe medica di una dozzina di persone che nel weekend del 30 aprile-1° maggio 1994 dovette affrontare il week-end più nero della storia della Formula 1. Tra loro c’era anche Alessandro Misley, sin dai primi GP disputati a Imola in prima linea per la sicurezza.

Alessandro, quando è iniziata la tua esperienza sui campi di gara?

“Sono sempre stato appassionato di motori, da ragazzo ho corso un po’ in macchina, un po’ in motorally. E come professione sin dai primi anni Ottanta sono stato coinvolto nella pubblica assistenza. Eravamo volontari a Vignola, abbiamo messo in piedi la prima automedica per la rianimazione, la mia formazione è stata sempre come anestesista e rianimatore, più sull’emergenza ospedaliera che su altre cose. Abbiamo cominciato soprattutto sui campi di motocross a fare assistenza con l’ambulanza e mi ha sempre appassionato queste cose. Poi sono entrato nella equipe dell’Elisoccorso di Bologna nel settembre del 1981, e da qui fare servizio in Autodromo è stato molto breve”.

E poi arriva quel week-end maledetto a Imola.

“Sì, un week-end maledetto come lo chiamo sempre anche io. Il venerdì ci fu l’incidente di Barrichello alla variante bassa, noi eravamo alla variante alta. Fortunatamente problemi grossi non ne ebbe, schizzò fuori da solo dall’abitacolo. Con Ratzenberger al sabato non eravamo intervenuti noi, e invece alla domenica toccò a noi”.

Siete arrivati sul posto senza sapere chi era il pilota…

“Esatto, la prassi era questa. Ci arriva sempre una comunicazione via radio, dove viene detto che c’è stato un incidente. Non si sa altro”

Possiamo smentire che Senna è morto per il braccetto della sospensione infilatosi nel casco ma per la decelerazione?

Quando si viaggia a 200 km all’ora, e si prende un ostacolo più o meno fisso, la decelerazione è talmente grande che si ripercuota sulla struttura più debole, come il collo. La testa ha un peso, il casco ha un peso. E con Senna si è ripercosso sulla base cranica, con una frattura scaturita dalla decelerazione. Era inondato di sangue, aveva una emorragia importante. Poi sicuramente c’è stata la sospensione, che entrò dalla visiera, ma questo non ha assolutamente provocato la morte. E’ la frattura della base cranica quello che ha ucciso Senna a Imola”.

E quella grande chiazza di sangue che si nota accanto alla Williams, possiamo dire che non era figlio di trasfusioni…

“Purtroppo no. Era di Senna. Quando siamo atterrati a Bologna con l’elicottero, piegandoci per l’atterraggio, il sangue è stato irrorato a causa del rotore. C’era una emorragia importante, non è nemmeno morto per un arresto cardiaco, il cuore continuava a pompare. Abbiamo provato a intubarlo per la ventilazione, facendogli la tracheotomia”

Che rapporto hai avuto con due grandi personaggi come Giuseppe Piana e il dottor Watkins?

“Due persone straordinarie, a modo. A Watkins piaceva entrare anche sul campo. Piana era un vero signore, abbiamo lavorato insieme tanti anni, con lui ho lavorato insieme al Mugello. Una brava persona”.

Segui sempre la Formula 1? Ti piace?

“Come interventi lavoro più con Misano e il Mugello. A Imola non più, c’è una direzione diversa. In tv la guardo ancora, volentieri. Verstappen si è meritato il Mondiale ma è un pilota un po’ irruento. Gli piace giustamente emergere, ma bisogna stare attenti. A proposito…”

Dicci pure.

“L’halo è stato fondamentale in Formula 1. Se non ci fosse stato, il rivale di Verstappen probabilmente non ce l’avrebbe fatta… (l’incidente a Monza, ndr). Seconda cosa importante è stato il collare cervicale. Se avesse avuto i sistemi di sicurezza di oggi per il collo, ciò che è accaduto a Senna a Imola non sarebbe accaduto. Abbiamo fatto passi da gigante sulla sicurezza, poi contro le leggi della fisica non si può andare totalmente, ma abbiamo davvero fatto passi importanti”