Addio a Pelè, come la Formula 1 ricorda la stella brasiliana

La leggenda tra i grandi calciatori della storia, Pelè si spegne a 82 anni all’ospedale di Albert Einstein di San Paolo, dove era già ricoverato da un mese, ma come lo ricorda la categoria della Formula 1?

Una stella del calcio, un fuoriclasse senza precedenti che ad oggi rompe tutte le statistiche. Milleduecento i gol  assegnati a Pelè secondo uno studio più recente , su circa milletrecento partite. L’unico calciatore capace di vincere tre mondiali:1958 , 1962, 1970. Dopo il Papa , Pelè divenne l’uomo più conosciuto nel mondo negli anni 70′. Il suo nome appariva ovunque sui giornali, le sue imprese venivano narrate nei resoconti dei cantori, di lui, solo poche immagini. Ad oggi, la stella più luminosa del calcio si spegne a 82 anni, dopo che nel 2021 gli era stato diagnosticato un tumore al colon. Pelè tuttavia, non fu solo un uomo del calcio, commemorato da tutti gli sportivi, anche la Formula 1 lo ricorda.

Lewis Hamilton e il suo legame con Pelè

Sappiamo già come il sette volte campione del mondo sia legato al Brasile, non viene meno dunque, il legame con gli sportivi brasiliani. Da Ayrton Senna a Pelè, nulla cambia, per questo Lewis Hamilton esprime il suo cordoglio tramite i social, ricordando il bellissimo dono fatto dalla stella brasiliana: una maglia autografata. “Abbiamo perso una leggenda oggi. Grazie per aver condiviso il tuo talento, il tuo genio e il tuo amore con noi. Gli insegnamenti di Pelé ci ispireranno per sempre.”

Quella volta nel 2002: un traguardo senza bandiera a scacchi

Gran Premio del Brasile del 2002, sulla pista infiammata di Interlagos, con i campioni di casa Rubens Barrichello e Felipe Massa in gara, tutti erano pronti per assistere alla vittoria. A sventolare la bandiera a scacchi questa volta c’era il mitico Pelè. Se non fosse che, per un errore di distrazione la leggenda brasiliana abbia mancato il traguardo, dimenticandosi di sventolare la bandiera a scacchi per Michael e Ralf Schumacher, primi due classificati. A quel punto colti dall’imbarazzo, i commissari di gara ricordano a O Rey di sventolare la bandiera, vista solo dal terzo classificato. Nei box, Michael Schumacher ricorda l’episodio col sorriso raccontando: “Ero pronto ad alzare il pugno in segno di vittoria… ma non ho visto la bandiera e mi sono detto perché non c’è?“.