Williams e Martini: presentata la livrea ufficiale. Andiamo a percorrerne la storia…

Sabato scorso, durante una serata evento a Londra, è stata ufficializzata, tramite la presentazione di vettura e sponsor, la seguente notizia che circolava già da tempo: il marchio Martini torna a ricoprire le carrozzerie di un team di F1. Il team in questione è la Williams e ora non ci resta che attendere il venerdì di Melbourne per vedere la livrea che Sir Frank avrà scelto per la sua monoposto e per i suoi piloti, Felipe Massa e Valtteri Bottas. Questione di pochi giorni.

Ci fa un gran piacere che l’icona Martini torni nel mondo dei motori perché il suo marchio, il suo simbolo, rappresenta, in qualche modo, la storia del motorsport e quei colori inconfondibili bianco-rosso-azzurro-blu sono in grado di riportare indietro la Storia, quella, come vedete, con la S maiuscola, semplicemente grazie alla loro potenza cromatica e alle storie che scorrono attraverso quelle fasce multicolori così belle, così eleganti, così “racing“. Andiamo, quindi, a scoprire qual’è il lungo connubio che lega l’azienda, una volta torinese, ora multinazionale legata al colosso Bacardi, col mondo dei motori.

Tutto inizia nel 1962. Il marchio Martini appariva su un’Alfa Romeo alla 12 ore di Sebring ma, rimanendo sempre nel mondo dell’endurance, è con la Porsche che i colori Martini diventano sinonimo di mito. Dal 1969 scatta la sponsorizzazione Martini sulle mitiche Porsche 907 e proseguirà anche con gli altri modelli, anch’essi leggendari, come la 917, la 935 Silhouette e la 936. Quelle Porsche con la livrea Martini sono un cult per migliaia di collezionisti di modellini d’auto.

Il marchio torinese, però, non si accontenta di rimanere esclusivamente nel mondo dell’endurance. A partire dagli anni ’70 inizia anche l’avventura in F1. Prima con la Tecno, nel 1972, poi, nel ’75, con la Brabham gestita da Bernie Ecclestone. Una monoposto con i colori Martini e un motore Alfa Romeo. Nel ’79, la fascia con i 4 colori è presente lungo le fiancate della Lotus. Poi il marchio sembrò sparire dal Circus. Tuttavia, guardando con attenzione al passato recente, ci si accorge di come dal 2006 al 2008, i musetti Ferrari portarono a spasso per i circuiti di tutto il mondo il marchio Martini.

La storia più bella, però, è quella che lega Martini con la Lancia e con i rally. La sponsorizzazione inizia, in realtà, anche qui, con la Porsche nel 1978 ma già nel 1982 c’è la firma per la sponsorizzazione della “belva” 037. La sponsorizzazione proseguì anche con gli altri modelli: Delta S4, Delta Integrale. Con quest’ultima, poi, il connubio fu tale che la forma della vettura torinese, insieme ai colori del concittadino marchio di bevande, divennero “l’idea” di quello che doveva essere la Lancia Delta Integrale nella mente di tanti appassionati. Mi piace, inoltre, pensare come nella storia di queste sponsorizzazioni, ci siano stati romantici ritorni di fiamma come quelli con l’Alfa Romeo durante la vittoriosa avventura delle Alfa 155 di Larini e Nannini nel DTM o come nei confronti di Le Mans quando la Lancia creò un team tutto suo nel 1984 e lo chiamò Martini Racing.

Ora una nuova avventura. Un nuovo impegno con un team duro e, soprattutto, puro. Uno zoccolo duro della vecchia F1 che si ostina commoventemente a non sparire.« Williams e Martini condividono una storia ricca nel mondo dei motori e i valori dei nostri due brand, uniti alla comune passione per le gare, creano un sodalizio naturale. Sarà fantastico vedere le strisce distintive della Martini Racing ritornare in Formula Uno all’unisono con Williams», afferma il vecchio Sir Frank accompagnato dalla figlia Claire che, adesso, gestisce il team più british del Circus. E forse non è un caso. Anche l’agente di Sua Maestà più famoso del mondo aveva un debole per il Martini “Shaken, not stirred