Ferrari e quell’unsafe release: giusto penalizzare la scuderia?

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Credit: Twitter Ferrari

Da ormai diversi Gran Premi la Direzione di Gara è nel mirino delle polemiche e la gara spettacolare andata in scena ieri sul circuito di Hockenheim non è stata da meno. Questa volta a finire nell’occhio del ciclone è stata la decisione di Micheal Masi di penalizzare la Ferrari e non il singolo pilota.

Ma ne siamo davvero sicuri? Analizziamo la situazione.

Il polverone, seppur ancora velato, è stato sollevato per via della multa inflitta alla Ferrari dopo l’unsafe release di Charles Leclerc nei confronti di Romain Grosjean.

Nel caos del cambio gomme che ha visto rientrare ai box quasi tutti i piloti presenti sulla pista, c’era da aspettarsi che qualcosa non andasse esattamente per il verso giusto. E così è stato.

Come dimostrato anche dalle immagini dello stesso Gran Premio, la Ferrari ha liberato dal pit stop il pilota monegasco, proprio nel momento in cui alle loro spalle sopraggiungeva Grosjean.

Niente di drammatico, fortunatamente: il pilota della Haas ha dovuto alzare il piede e lasciare che Leclerc rientrasse nella corsia dei box, per evitare qualsiasi tipo di incidente che avrebbe reso ancora più caotica la situazione.

È apparso subito evidente che si fosse trattato di un’unsafe release a tutti gli effetti e che presto o tardi sarebbe arrivata una penalità per sottolineare l’accaduto.

Penalità che, i commissari di gara, hanno deciso di imporre alla Ferrari e non al singolo pilota, suscitando quindi le perplessità e i commenti di diversi appassionati ed esperti del settore.

Com’è normale che sia, soprattutto in uno sport come la Formula 1, è difficile trovare un’opinione comune sulle penalizzazioni imposte durante i Gran Premi.

In questo caso anche perché un fatto simile è accaduto, proprio durante il Gran Premio di Monaco di quest’anno, con protagonisti Max Verstappen e Valtteri Bottas.

In quel caso, però, la Direzione di Gara aveva deciso di imporre 5 secondi di penalità al pilota della Red Bull, per aver ostacolato il pilota finlandese.

Insomma, apparentemente due episodi molto simili, che gli steward hanno però voluto spiegare più nel dettaglio, al fine di andare a chiarire il perché delle diverse prese di posizione.

Leclerc ha guidato con un angolo acuto per evitare una pistola smontagomme nella piazzola successiva e non ha avuto modo di guidare attraverso l’area di ricongiungimento della pit lane”.

In altre parole, un ostacolo sulla propria strada ha impedito al monegasco di seguire la giusta traiettoria, costringendolo di fatto a tagliare la strada a Grosjean.

Una spiegazione che può essere più o meno condivisa, ma che comunque contribuisce poco al tentativo di dare una spiegazione alle perplessità sollevate dall’accaduto.

Secondo alcuni si è trattato di una brutta messa in scena da parte della FIA, che dovrebbe sì alimentare lo spettacolo e i duelli in pista, evitando però di traslare il tutto anche alla corsia dei box.

Quanto accaduto, infatti, è stato ritenuto come pericoloso e il fatto che solamente il team sia stato penalizzato ha reso la cosa ancora più controversa.

La domanda quindi rimane aperta: è giusto penalizzare la scuderia, in casi come questi, e non il singolo pilota?

Personalmente, per quanto questa opinione possa sollevare altre polemiche e altre accese discussioni, ritengo che la decisione presa dalla FIA sia stata corretta.

Del resto, nel momento in cui il pilota si trova ai box, la sua gara si sposta dalle sue mani salde al volante a quelle dei meccanici e del team a cui il pit stop è assegnato.

Il fatto che il pilota possa o meno ritornare in pista dipende dall’okay che arriva proprio dalla scuderia, tanto dal meccanico che si posiziona davanti alla monoposto per permettere un cambio gomme più efficiente, quanto soprattutto dal piccolo semaforo che il pilota deve osservare per capire quando poter immettersi nuovamente nella corsia dei box.

Dalle immagini andate in onda ieri durante la gara, è stato sottolineato che il semaforino fosse verde e quindi permettesse a Leclerc di tornare in pista.

Ma al di là del singolo pilota che può essere Leclerc come può essere qualsiasi altro driver impegnato in un Gran Premio, la responsabilità in quel caso non ricade nelle sue mani.

Ammettiamolo: non è il singolo driver a decidere se e quando far diventare verde quel piccolo semaforo. È una decisione che spetta al team, che deve valutare attentamente tutti i movimenti ai box prima di dare l’okay.

Una cosa che, evidentemente, ieri è sfuggita alla Ferrari, che quindi ora si trova costretto a pagare una multa per rimediare all’errore.

Rimane da capire se questo possa effettivamente andare a creare un precedente che potrebbe essere ripescato in caso di altri avvenimenti simili.

Ma, almeno durante questa particolare stagione, è un pò quello che sta accadendo relativamente a diverse prese di posizione espresse dalla FIA.

La Formula 1 è uno sport talmente tanto particolare, adrenalinico e movimentato che risulterà sempre difficile stabilire delle regole universali che possano valere per qualsiasi casistica.

Le polemiche sono quindi destinate a perdurare nel tempo, ma questo può comunque rappresentare uno spunto di riflessione per la FIA, soprattutto in vista della definizione del nuovo regolamento 2021.