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Credits: Red Bull Racing social media

Quando guardiamo una stagione di sport, l’enfasi è ormai divenuta nostra compagna: si esaltano gare monotone, si gonfiano partite noiose e senza alcun tiro in porta. Il Mondiale di Formula 1 2021 sfugge a tutto ciò

Ogni gara ha offerto uno spunto, ogni protagonista ha avuto la sua fetta piccola o grande di gloria. E si è concluso come nemmeno il miglior sceneggiatore poteva pensare: all’ultimo giro, dopo l’ennesima safety-car dell’annata, punta dell’iceberg di una stagione segnata (anche) da molte, troppe decisioni prese fuori dalla pista.

Ma la battaglia sportiva è salva. Il duello fra Hamilton e Verstappen è stato un duello di massimo livello, tranquillamente accostabile ad altri duelli del passato, pur con le dovute proporzioni. Per l’inglese, la nemesi: nel 2008, anno del suo primo titolo, fu un sorpasso all’ultimo giro in Brasile, ad Abu Dhabi è il diretto avversario a farlo fuori all’ultima tornata.

MAX IN CAMMINO

Venti vittorie in carriera con questa ad Abu Dhabi, le stesse di Mika Hakkinen e una in meno di Raikkonen (che sfortuna per lui chiudere con un ritiro), 10 pole stagionali, 60 podi su 141 gare disputate. A 24 anni Max mette in calce il suo nome nell’albo d’oro del circus e può essere il decollo di un aereo che probabilmente lo porterà lontano. I record sono fatti per essere battuti (così disse anche Schumacher all’alba del nuovo fenomeno, Hamilton), chissà dove potrà arrivare Max. 

In pochi possono contestare che Verstappen non sia maturato. Ha vinto un titolo con classe e determinazione ma anche con grande sangue freddo come dimostrato soprattutto a Austin e a Città del Messico. Ma anche se Hamilton avesse vinto, avrebbe fatto qualcosa di unico, dopo una prima metà della stagione sofferta e una Mercedes in difficoltà, e una seconda parte benedetta dal nuovo propulsore.

Questo finale al cardiopalma lo dobbiamo a entrambi: l’ottavo titolo di Hamilton sarebbe stato certamente il più difficile e il più sofferto dei suoi allori, questo primo di Verstappen è ancora più grande perché è riuscito ad avere la meglio di un Lewis così. Consolato dal padre a fine gara e immenso nella sua sportività quando si congratula col rivale e accetta la sconfitta anche a parole. Un po’ meno del suo team principal: ma fa parte del gioco dover battagliare anche in politica oltre che in pista. 

TUTTI PROTAGONISTI

Non solo lotta al titolo però. Il Mondiale 2021 ha distribuito caramelle a tutti: il secondo posto di Vettel a Baku con una Aston Martin un po’ deludente rispetto alle attese di inizio stagione, il ruggito di Alonso in Qatar, la vittoria di Ocon in Ungheria, la doppietta McLaren a Monza con Ricciardo davanti e Norris secondo, quest’ultimo a leccarsi le ferite quando in Russia una vittoria già certa viene cestinata, e non è certo una colpa, per la sua intraprendenza nel restare in pista in condizioni di bagnato estremo. 

E poi la Ferrari. Le lamentele dei tifosi, sacrosante, vanno però ridimensionate: cinque volte sul podio, 4-1 per Sainz nel confronto diretto su Leclerc. Una macchina e un motore più performanti, con gli acuti di Monaco e Silverstone, nel primo caso con una buona dose di sfortuna nel non vedere Leclerc protagonista. Una vettura con la quale non era difficile far meglio della SF1000, ma comunque figlia del progetto sbagliato dello scorso anno. Di certo la Ferrari non ha problemi nella sua coppia di piloti: competitivi per tutto l’anno a tal punto da aver portato a casa il terzo posto nei costruttori davanti alla McLaren. E non dite che ne eravate certi a inizio stagione. Questa annata sarà un toccasana per Leclerc: il monegasco ha in casa un compagno di squadra agguerrito che lo sta portando a maturazione. Se Charles avrà successi futuri, non dovrà mai dimenticare l’apporto di Carlos nel fargli alzare l’asticella.

I semafori si spengono, la sbornia in Olanda è appena iniziata. Anche per i Paesi Bassi è il primo titolo della storia, che rende Verstappen ancor più vicino al suo paese. Max è il campione numero 34 della storia di questo sport e ha dovuto vincere 19 gare in carriera prima di ottenere l’alloro. E’ quello che ha sudato più di tutti: dietro di lui Stirling Moss, che il Mondiale però non l’ha mai vinto. Finisce una stagione intensa, intensissima, ma è già 2022. L’inizio di una nuova era per la Formula 1.