Un altro scandalo per l’Autodromo di Monza: sequestrati 3 milioni di euro

Non c’è davvero pace per l’Autodromo di Monza, dopo le parole di Bernie Ecclestone, delle scorse settimane, di voler lasciare l’impianto brianzolo alla fine della scadenza del contratto che lo lega alla FOM. C’è un’altra oscura vicenda sopra il circuito italiano che rischia di far calare a picco la struttura. Tre milioni di euro sono stati sequestrati dalla GdF di Monza agli ex vertici Sias, ente gestore dell’autodromo, Enrico Ferrari e Claudio Viganò, nell’ambito della maxi inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dell’Autodromo di Monza, il culmine di un’indagine iniziata nel 2012 in seguito a un esposto di Paolo Guaitamacchi, ex Presidente Sias che subentrò a Viganò. Un altro macigno visto che, al centro delle false fatturazioni, sembrano esserci proprio i biglietti venduti per il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Contratti non trasparenti, prezzi fuori listino e presunte fatturazioni inesistenti avviate all’ombra di una società inglese: secondo le prime ricostruzione l’Autodromo si affidava a un gruppo creato in Inghilterra dove gli affitti per gli eventi in pista avvenivano sempre con prezzi non conformi al listino e sempre pagati in contanti.

L’unica cosa certa è che l’Autodromo sta rischiando e non poco. La perdita del Gran Premio di Formula 1, anche a causa dei continui scandali finanziari, non sarebbe soltanto una delusione sportiva ma avrebbe pesanti effetti collaterali anche sul fronte occupazionale visto che verrebbe a costare alla Brianza circa 500 posti di lavoro direttamente collegati all’evento sportivo, come ha sottolineato lo stesso Marco Viganò, segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco.