Nessun consiglio, nessuna parola con Mattiacci da quando si è insediato in quel di Maranello, una situazione che non ha turbato Domenicali che esclude un futuro in Formula 1 in un team che non sia la Ferrari: «Non ho mai escluso di restare nell’ambiente dell’automobilismo ma ho sempre detto e lo confermo di poter lavorare per un altro team, che sia la Caterham o la McLaren o chi vuoi tu. Andrei al muretto e farei il tifo per Alonso e Raikkonen. Non funzionerebbe. Invece in un ambito diverso, perchè no? Sul mio futuro sono vere alcune cose uscite in questo periodo sui giornali: sto ricevendo molte proposte, anche da mondi diversi. Ma sinceramente non ho fretta di decidere e nel dirtelo mi rendo conto di essere un privilegiato, considerata la situazione nell’Italia e nell’Europa di oggi».
Dopo oltre vent’anni di carriera, Domenicali sembra che si stia prendendo un momento di pausa da dedicare alla famiglia e preferisce lasciarsi alle spalle le polemiche che ne conseguono a ogni Gran Premio, come è successo per la gara del Montmelò e la conseguente adozione di strategie differenti tra Alonso e Raikkonen: «Non ho guardato il Gp di Barcellona in televisione. Non so cosa sia successo a proposito dei pit stop dei piloti Ferrari. Cosa penso delle cose che sono state dette dopo? Semplicemente, non penso: io non ho visto. Forse non guarderò nemmeno il Gp di Montecarlo. Ci sono andato per più di vent’anni di seguito e la prima cosa che mi viene in mente è l’ultima vittoria della Ferrari fu il quinto trionfo monegasco di Schumi. Ricordo che quella sera eravamo tutti sicuri che di lì a poco Michael avrebbe abbattuto l’ultimo record di Senna, quello delle sei vittorie nel Principato. Purtroppo, non è mai successo – ha continuato l’italiano – Della salute di Schumi so quello che sapete tutti. Aspetto buone notizie che non arrivano, purtroppo. A volte penso che tra il 2008 e il 2013, avessi avuto lui sulla Rossa, almeno un titolo lo avrei vinto. Ma non fraintendere: secondo me Alonso meritava di laurearsi campione sia nel 2010 che nel 2012, l’ho sempre detto anche a Seb e pazienza se lui non si è mai detto d’accordo».